Venerdì 27 Gennaio

Per il primo viaggio del nuovo anno, invece che andare sempre verso est, abbiamo girato dall’altra parte e siamo andati in Portogallo. Secondo il mio progetto infatti, vorrei visitare tutte le nazioni europee ed il piccolo stato della penisola Iberica ancora mi mancava. La città scelta è stata Porto, avendo a disposizione un Ryanair da Ciampino, non proprio comodissimo da raggiungere (ci fossero i voli partirei sempre e solo dal Luigi Ridolfi di Forlì) ma perlomeno abbastanza economico (63 euro).

Come sempre, trovare compagni di viaggio è stato abbastanza complicato ma alla fine sono riuscito a mettere su un bel gruppetto, affiatato e consolidato, con Gianluca, Stefano e Simone.

Il volo aveva un orario assurdo, le 6:40 di mattina e per stare tranquilli, avevamo fissato la partenza da casa mia a mezzanotte. Avevo provato a dormire un po’, prima che fossero passati a prendermi ma quando mi sono alzato, dopo meno di 4 ore, stavo peggio di quando ero andato a letto.

Il viaggio per Roma è stato tutto sommato tranquillo ed abbiamo raggiunto il Lowcost Parking quando mancavano una decina di minuti alle quattro e non c’era ancora nessuno ad attenderci.

Avevamo già utilizzato quel parcheggio, l’estate scorsa, quando eravamo andati a Riga e come tutti i suoi simili, disseminati vicino ai vari aeroporti italiani, sono comodissimi e soprattutto molto economici rispetto ai parcheggi interni. Il costo giornaliero era di 6 euro mentre l’estate scorsa, forse perché per un periodo più lungo, avevamo speso addirittura 4.

Alle 4 sono arrivati i gestori e dopo aver sbrigato le pratiche per la registrazione della vettura, alle 4:18, dopo soli 4 minuti di navetta, eravamo all’aeroporto di Ciampino. Lo scalo romano, a quell’ora è praticamente deserto con le saracinesche di negozi, bar e ristoranti tutte rigorosamente abbassate ma poco dopo la maggior parte degli esercizi, cominciava ad aprire.

Nessun problema particolare al controllo bagagli ed alle 6:40 (orario in cui avremmo dovuto partire) eravamo all’interno del velivolo, per decollare dopo venticinque minuti, con abbastanza ritardo sull’orario ufficiale. Siamo atterrati a Porto quando mancavano venti minuti alle dieci, che per effetto del fuso orario sono diventante di colpo le 8:40.

Sapevo che l’aeroporto Francisco de Sá Carneiro era collegato dalla metropolitana e dopo aver ritirato il bagaglio di Simone (l’unico imbarcato) siamo usciti a cercarla. Sfiga ha voluto che siamo arrivati giusto in tempo per vedere il trenino, chiudere le porte e partire e purtroppo, essendo le corse per l’aeroporto ogni trenta minuti, ci siamo giocati la prima mezz’ora di vacanza nell’attesa della metro.

Dato che non tutti i mali vengono per nuocere, durante la lunga attesa, abbiamo conosciuto Sandra, una simpatica siciliana trapiantata in Portogallo che di mestiere faceva addirittura la guida turistica. Che culo!

Alle 9:38 riusciamo finalmente a prendere la metro per sbucare nella Avenida dos Aliados, la piazza principale di Porto, dopo circa mezz’ora. Per dormire avevo scelto la pensão Avenida, una centralissima guest house, abbastanza economica, che prendeva il nome appunto dal luogo in cui era situata.

Nonostante prima del viaggio avessi girato in quella piazza per diversi giorni, sullo streetview di Google e sapessi benissimo che la pensione era a pochi metri dall’uscita della metro, non riuscivamo a trovarla. Ad un certo punto ho acceso il cervello ed ho pensato di cercarla dall’altra parte della piazza dove c’era un altro ingresso della metropolitana e ce l’abbiamo fatta.

Aprendo il portone esterno, veniamo accolti da una lunga scalinata alla cui sommità c’era l’ascensore, con cui si raggiungeva il quarto piano, sede della pensione. Sbrighiamo le formalità di ingresso, prendiamo possesso delle nostre camere (due doppie al costo di 19 euro a testa, al giorno) e dopo una ventina di minuti, alle 10:50, eravamo già fuori per visitare la città ma soprattutto per cercare un posto per mangiare.

Se per cercare la pensione ci avevo messo qualche minuto, per il McDonald’s siamo andati a colpo sicuro perché sapevo benissimo che si trovava sulla piazza, in fondo a sinistra e aveva degli alberi davanti. Fuori dall’ingresso c’erano una mezza dozzina di lustrascarpe che fino a quel momento avevo visto solamente nei film ed una grande aquila sopra l’insegna. All’interno mi sono piaciute particolarmente le grandi vetrate a mosaico sullo sfondo e tutto l’arredamento in generale. Molto bello.

Dopo esserci rifocillati e riposati abbiamo iniziato a girare per la città, partendo dalla parte alta della piazza e seguendo i miei appunti, siamo partiti dal Mercado do Bolhão, in Rua Fernandes Tomás, che abbiamo trovato quasi per caso.

Da wikipedia: Le origini di mercato Bolhão, uno degli edifici più emblematici della città, risalgono al 1839. La sua costruzione si caratterizza per la monumentalità, propria dell’architettura neoclassica . I commercianti del mercato sono distribuiti su due piani e vendono soprattutto prodotti freschi, in particolare alimentari. I fornitori sono divisi in diverse sezioni, vale a dire: zona pescivendoli, macellai, ortaggi e fiori. L'edificio del mercato è stato riconosciuto come di interesse storico, il 22 febbraio del 2006.

Usciti dal mercato, ci siamo trovati in Rua de Santa Catarina, la via turistica per eccellenza di Porto, vicini al suo monumento principale: Igreja de Santa Catarina de Siena.

Da wikipedia: La Cappella delle Anime (Capela da Almas) o Cappella di Santa Catarina è un edificio settecentesco, rivestito esternamente dalle piastrelle dipinte da Eduardo Leite, nel 1929. Le famosissime piastrelle, chiamate Azulejos, coprono circa 360 metri quadrati e rappresentano scene della vita di San Francesco d'Assisi e Santa Caterina, vergine egiziana dal sangue reale, martirizzata sul monte Sinai.

Dopo tanta cultura, un po di cazzeggio all’interno dei due vicinissimi centri commerciali, il Porto Grand-Plaza ed il Via Catarina Shopping Center, molto carino.

La giornata era splendida, tutto sole senza nemmeno una nuvola all’orizzonte e scendendo in Santa Catarina, il termometro nell’insegna di una farmacia ci ha confermato l’ottima temperatura percepita: 21 gradi. Stefano, stanco di camminare, dopo un po’ ci abbandona per tornare in camera mentre noi proseguiamo spediti.

La tappa successiva è stata la stazione ferroviaria di Sao Bento, un edificio costruito all'inizio del 1900 in stile rinascimentale francese ed adibito a convento, con l’atrio completamente rivestito da bellissimi azulejos. E' veramente bello poter vedere una stazione così finemente decorata invece di quei luoghi angusti o super moderni.

Dopo una discreta camminata siamo arrivati anche alla Se Catedral, la chiesa con il nome più corto del mondo ed uno dei monumenti più importanti della città.

Costruita nei secoli 12° e 13°, la cattedrale medioevale di Porto è uno degli edifici più antichi della città. Il chiostro risale invece al 14° secolo. La Cattedrale Sè si innalza sulla collina più alta di Porto, come un'antica fortezza, ed è visibile praticamente da qualsiasi punto della città. L'interno custodisce pregevoli capolavori come pannelli decorati e lo splendido rosone, ma è soprattutto il chiostro (ingresso € 2) ad attirare l'attenzione, con numerosi riquadri di azulejos ed un bel colpo d'occhio che si può ammirare dai piani superiori.

Sorgendo, come ho detto, su di una collina, da un lato si poteva vedere tutta Porto su cui spiccava l’altissima Torre dos Clérigos e dall’altro si aveva una panoramica sul Douro e tutte le cantine di Vila Nova de Gaia, la gemella di Porto, dall’altra parte del fiume.

Non siamo entrati nella cattedrale, con l’intento di tornarci successivamente con più calma ed abbiamo proseguito il cammino verso il fiume, scendendo per i caratteristici vicoli.

Mentre scendevamo, ogni tanto tra le case si scorgeva il Ponte Dom Luis che appena arrivati al Douro ci è apparso in tutta la sua maestosità e bellezza.

Da Wikipedia: Il Ponte Dom Luís I è un ardito ponte ad arco in ferro, che varca il fiume Douro ed è dedicato a Luigi di Braganza, re del Portogallo. Fu costruito dall'ingegnere francese Théophile Seyrig, che pochi anni prima aveva realizzato insieme a Gustave Eiffel il vicino Ponte Maria Pia. Il ponte fu costruito per il traffico stradale, che lo percorreva su due livelli ma dal 2003 il livello superiore è percorso esclusivamente dai treni della metrotranvia cittadina.

Nonostante il calendario, sembrava una giornata tipicamente estiva, con bar e ristoranti che avevano i tavoli all’aperto, proprio mentre da noi, in Italia, c’era l’emergenza neve. Siamo passati nella famosissima Praça da Ribeira ma non ho capito cosa ci fosse di speciale, a parte un centinaio di tavoli ed una decina di ombrelloni, assolutamente niente di particolare.

Visto che camminavamo da parecchio ed avevamo sete, abbiamo chiesto ad un cameriere che erase ci potevamo sedere senza mangiare, solo per prendere una birra e lui ha acconsentito senza problemi. Quando ci hanno portato le birre, sono arrivati insieme dei panini, delle olive, del formaggio e qualcosa che non avevo decifrato ma che noi non avevamo chiesto e quando lo abbiamo guardato con sospetto, questo ci ha detto di non preoccuparci, che non dovevamo pagarlo, tralasciando però: basta che non lo toccate. Che furbi questi portoghesi !

Finito lo spuntino, abbiamo traversato il ponte e siamo andati dall’altra parte (Vila nova de Gaia) godendo di un paesaggio da cartolina. Il sole che stava scendendo, il fiume, le barche e quelle casette che si arrampicavano sulla collina sono uno spettacolo che non dimenticherò mai.

A Vila Nova abbiamo fatto solo un rapido giro, senza entrare nelle cantine, che sono la peculiarità di quel paesino. Siamo arrivati giusto fino alla funivia per poi nonostante fossi fermamente contrario, farmi convincere da Gianluca e Simone e salirci a bordo. Diciamo che non sono particolarmente amante dell’altezza e quella cabina era quasi tutta vetrata, dovevo per forza guardare da qualche parte.

La funivia ci ha lasciato in prossimità del ponte Dom Luis ma nella parte superiore e per tornare indietro, nonostante guardandolo dal basso avessi categoricamente escluso che un giorno ci sarei transitato, siamo passati proprio lì sopra.

Alle 17:30 siamo tornati alla pensione per il meritato riposo, prima della serata e ne siamo usciti quando erano le ventidue.

La prima cosa da fare era trovare un ristorante ma non sapevamo da dove iniziare a cercare. A due passi dalla Pensão Avenida c’era il Guarany che si presentava bene ma con quel gruppo che suonava ed il fatto di essere sulla piazza, ci ha un po’ intimorito per quanto riguarda i prezzi. Non siamo stati nemmeno a leggere il menù esterno e lo abbiamo subito accantonato. Passeggiando per le vie dietro la piazza, ci è piaciuto l’Aviz, un locale dall’aspetto tranquillo e soprattutto con tanta gente all’interno. Dove si sono tante persone è difficile che si prenda una fregatura ed infatti siamo stati trattati bene.

Siamo usciti dal ristorante alle 23:40 e non avendo avuto una meta precisa, siamo passati a vedere prima verso il Douro dove purtroppo non c’era una sola persona e quindi siamo tornati prima nei pressi della piazza per poi esplorare quello che sarebbe dovuto essere il quartiere della movida, poco distante. In effetti le informazioni che avevamo avuto erano giuste e camminando in quelle vie trovavamo via via sempre più gente.

Siamo arrivati fino alla Chiesa do Carmo dove la quantità di giovani era impressionate, c’era tantissima gente e poi abbiamo scoperto trattarsi di un quartiere universitario. Tornando indietro siamo passati per Rua da Galeria de Paris e Rua de Cândido dos Reis, dove ci avevano detto che c’erano i locali più frequentati di Porto ed in effetti, di gente ce n’era veramente tanta.

Essendo la prima sera, non volevamo esagerare e quando erano le due abbiamo preso la strada dell’albergo. Alle 2:30 si dormiva.



Itinerario di viaggio


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Aggiornato: 14.09.12