Venerdì 5 agosto 2017
Partiamo in un caldo venerdì di agosto, trovandonci alle 11 in punto alla carrozzeria del mio amico Giovanni, dove lascio l’auto in custodia e lui gentilmente ci accompagna a prendere l’aereo a Falconara, dove arriviamo in quaranta minuti, rispettando diligentemente le due ore di anticipo rispetto al volo, in programma per le 13:50.
Con il senno di poi, avremmo potuto tranquillamente pranzare a casa e fare anche una bella passeggiata prima di recarci in aeroporto, perché il nostro aereo, atterrato in perfetto orario verso l’una, per problemi di cui non ci è stata riferita la motivazione, non sarebbe partito nell’orario stabilito ma alle 18, con più di quattro ore di ritardo. Non mi era mai successo.
Nel frattempo si mette in moto il sistema di assistenza, ci viene comunicato tramite email che il volo partirà in ritardo e ci viene offerto un voucher al bar, consistente in panino con acqua o bibita più il caffè.
Questo ritardo avrebbe scombussolato tutti i nostri piani, perché una volta in Germania, dovevamo partire immediatamente in auto e fare più di 450 km di strada, per un tempo stimato di circa quattro ore e mezza. Quando ormai avevamo metabolizzato il disagio, ci piomba però addosso un ulteriore ritardo e dalle 18, la partenza viene incredibilmente spostata alle 19. Io intanto calcolavo gli orari: partenza alle 19, arrivo alle 21 e in hotel all’una e mezza. Che casino!
Il nuovo orario per fortuna viene rispettato e mezz’ora prima iniziamo la trafila per l’imbarco al gate ma il cielo soleggiato del nostro arrivo, nel pomeriggio si era man mano coperto con dei grossi nuvoloni, sempre più scuri e minacciosi e sembra incredibile, un minuto dopo che ci siamo accomodati tutti all’interno della’aereo e sono stati chiusi i portelloni, inizia un temporale incredibile con tuoi, fulmini e raffiche di vento fortissime.
Sembra incredibile ma siamo stati fermi, dentro all’aereo pronto per decollare, altri sessanta minuti netti ed essendo seduto vicino al finestrino, mi sono visto tutto il temporale in diretta, con qualche sobbalzo durante i fulmini che cadevano nelle vicinanze.
Alla fine, con più di sei ore di ritardo, sembra incredibile, ma alle 20 in punto riusciamo finalmente a decollare ed arriviamo a Weeze poco prima delle 21:30, già stremati e snervati dal lungo pomeriggio passato in aeroporto. Mezz’ora per scendere dall’aereo e sbrigare le formalità per l’auto a noleggio al banco della Hertz e alle 22 lasciamo il parcheggio dell’aeroporto per dirigerci a Barleben, un paesino che avevo scelto a caso, ad un’ora di macchina da Potsdam, dove avevo prenotato l’hotel.
L’auto che ci hanno dato non era il massimo in fatto di consumi, essendo una voluminosa ed ingombrante Ford Kuga, ma dopo quello che avevamo passato fino a quel momento, era l’ultimo del problemi. Problemi che purtroppo, non avevamo lasciato ancora alle spalle ma anzi, si ripresentano inesorabilmente dopo solo un’ora dalla partenza, quando verso le 23 troviamo una fila di quelle memorabili. Dopo le sei ore di ritardo a Falconara, anche una colonna di proporzioni bibliche nell’autostrada tedesca.
Leggendo i cartelli, durante l’incolonnamento, ci siamo incazzati ancora di più, perché abbiamo capito che a causa di lavori stradali, c’era la chiusura di una parte dell’autostrada ma la cosa incredibile è che questa andava dalle 20 alle 5 della mattina seguente e noi ci siamo trovati in quel casino, solo ed esclusivamente per colpa del ritardo della Ryanair, perché se fossimo arrivati in orario, all’ora del blocco saremmo già stati in hotel. Risultato, quasi tre ore di coda a passo d’uomo, con lunghi periodi in cui eravamo completamente fermi ed arrivo in hotel alle 5:15, dopo sette ore e un quarto di viaggio in auto, per un tragitto che si percorre abitualmente in quattro e mezza.
Quando abbiamo capito il motivo di tutta quella fila, avrei voluto avere un mitra a disposizione e la licenza di uccidere ed avrei fatto una strage nella società autostrade tedesca: tutto il traffico in uscita dall’autostrada, era dirottato su una stradina con un incrocio regolato da semaforo che nessuno aveva pensato a disattivare per quel lasso di tempo, creando un casino inenarrabile.
Alle 5:40, dopo un viaggio che passerà alla storia e con il sole che entrava prepotente dalle finestre della nostra camera, ci siamo finalmente potuti mettere a dormire.