Sabato 9 giugno 2018
Sveglia alle 8:30 e dopo la classica, ricca ed abbondante colazione a buffet, verso le 9:30 usciamo per un giro della città, senza un meta precisa. Scendiamo a Malostranská e proseguendo a piedi, attraversando la Moldova dal ponte Mánesův, la prima cosa che incontriamo è il Rudolfinum, bellissimo ed imponente edificio neorinascimentale che ospita un auditorium di fama mondiale, sede dell’Orchestra Filarmonica Ceca e anche una galleria d’arte moderna, la Galerie Rudolfinum.
Dato che abbiamo i trasporti gratis con la tessera che abbiamo fatto, saliamo sul primo tram che passa e raggiungiamo il Teatro Nazionale (Národní divadlo), che però non è possibile visitare (come quasi tutti i teatri) e ci accontentiamo di ammirarlo dall’esterno.
Il Teatro Nazionale è il palcoscenico più rappresentativo della Repubblica Ceca. Fu costruito grazie a delle collette nazionali e venne inaugurato per la prima volta nel 1881 e per la seconda volta nel 1883, dopo un incendio devastante. La sontuosa decorazione esterna ed interna, che attira l’attenzione soprattutto per la sua ricca doratura, è formata da capolavori di artisti cechi del XIX secolo come M. Aleš, F. Ženíšek, V. Hynais J. V. Myslbek e altri. La rappresentazione di un dramma teatrale, un’opera lirica o un balletto negli splendidi spazi di questo edificio lascia ai visitatori un ricordo indimenticabile.
Poco più avanti troviamo la Casa Danzante, che ammiriamo così anche di giorno, e dopo le classiche foto di rito proseguiamo il nostro cammino fino alla vicina Chiesa di Sant’Ignazio (Kostel svatého Ignáce z Loyoly).
Da Wikipedia: La chiesa di Sant’Ignazio è sita nella piazza Carlo IV. Il progetto, in stile barocco, è dovuto a Carlo Lurago (con la collaborazione di Giovanni Domenico Orsi de Orsini) e la chiesa fu eretta tra il 1655 e il 1677. La chiesa fu costruita come parte del quartiere praghese di Nove Mesto, residenza dei gesuiti della città, il terzo maggior esteso complesso dei gesuiti in Europa, e dedicato al loro patrono, il santo e fondatore dell’Ordine, Ignazio di Loyola. La sommità della facciata porta una statua di sant’Ignazio, ivi sistemata nel 1671, con un’aureola che ne circonda l’intero corpo. Tale rappresentazione fu contestata in quei tempi poiché fino ad allora era considerata appropriata solo per Gesù Cristo. La pittura esterna fu opera di Jan Jiří Heinsch, mentre le sculture sono di Matěj Václav Jäckel. L’interno è caratterizzato da decorazioni a stucco e statue di molti santi gesuiti e cechi. Gran parte dell’arredo interno risale intorno al 1770, aggiunto dal pittore gesuita Ignác Raab, che lavorò per breve tempo al complesso.
Dopo la chiesa di Sant’Ignazio, raggiungiamo Piazza San Venceslao, la più famosa tra le piazze di Praga che compete forse solo con quella dell’orologio. È grandissima, ci sono addirittura due stazioni della metropolitana. Si presenta come un viale alberato lungo e largo con al centro piante e fiori colorati che le danno l’aspetto dei boulevard parigini. Piazza San Venceslao è stata teatro e testimone degli avvenimenti storici più importanti per la Repubblica Ceca che non starò adesso ad elencare.
Su tutto domina in posizione sovrastante la stoica statua equestre di San Venceslao, in realtà la seconda versione di una primigenia opera risalente al 1680 e trasferita al Castello nel 1879. L’attuale è datata 1912 e coabita con i quattro patroni della Repubblica Ceca, cioè Ludmilla e Procopio – posti anteriormente – e Adalberto e Agnese collocati nella parte retrostante. La statua ha una curiosa peculiarità: sotto lo zoccolo sono incise le parole “Non lasciarci perire, noi e i nostri discendenti”, frase pronunciata nel corso della storia dai praghesi nei periodi di difficoltà. Di fronte a essa giace il monumento che commemora il patriottico sacrificio del giovane Palach.
A dominare la parte alta di Piazza San Venceslao è anche l’imponente edificio neorinascimentale del Museo Nazionale di Praga, ricco di cultura e storia, inaugurato nel 1890.
Il Museo Nazionale è il più grande museo della Repubblica Ceca. Si occupa di una serie di campi scientifici e di collezionismo, dalle scienze naturali fino a settori specializzati delle scienze sociali. Raccoglie collezioni di documenti tangibili sull’evoluzione della natura, della preistoria e della storia ceca e internazionale. Le esposizioni del museo si trovano in alcuni edifici di Praga. Il Museo Nazionale organizza anche una serie di programmi culturali ed educativi. Pur essendo un museo che non propone una tematica specifica, offrendo collezioni simili a quelle dei musei di molte altre città, il fantastico interno dell’edificio fa sì che la visita meriti la pena. L’edificio principale è però attualmente chiuso per restauro e non abbiamo potuto visitarlo. Sarà un motivo per tornare, se mai ne servisse uno.
Giunti alle 12:30 abbondanti, decidiamo di prendere la metro e raggiungere la Fortezza di Vysehrad (Vyšehrad), che avevo segnato tra i miei appunti, dove arriviamo quasi all’una.
La fortezza di Vysehrad non è solo la zona più antica di Praga, ma anche uno dei punti da cui si gode la migliore vista panoramica sulla città. Secondo una leggenda, si tratta della sede più antica dei principi boemi; in realtà, il villaggio fortificato locale sorse a circa metà del X secolo. Da un promontorio roccioso sopra la Moldava si può ammirare una veduta eccezionale di Praga. La sua area piena di parchi nasconde in sé alcuni tesori architettonici come la preziosa rotonda romanica di San Martino, la chiesa neogotica dei Santi Pietro e Paolo, la necropoli nazionale chiamata Slavín e le casematte sotterranee, nelle quali si trovano gli originali di alcune statue barocche del Ponte Carlo.
Facciamo il giro delle mura, dalle quali abbiamo una vista meravigliosa sulla città, per arrivare quindi alla Basilica dei Santi Pietro e Paolo, similare per struttura e dignità a una cattedrale, fulcro indefesso della Fortezza. Chiesa che, in 900 anni dalla sua fondazione, ha subito una serie di modifiche architettoniche. Vide la luce nel 1080 sotto Vratislav II nella sua veste romanica, ma una necessaria ricostruzione nel 1885 (completata nel 1903), gli attribuisce ora un impianto prettamente gotico e una facciata che palesa in pompa magna le due magnifiche torri a guglia, chiamate Adamo ed Eva. Dagli interni sontuosi e dalle mura possenti, rivela un grembo che sfoggia una preziosissima pletora di decorazioni che vanno da elementi marcatamente templari a opere esponenti della pittura gotica datata XIV secolo, come l’immagine evocativa della Vergine Maria dipinta (così afferma la leggenda) da San Luca. Nella sala del tesoro della basilica si può ammirare una mostra di gioielli e di tessuti rari del Capitolo di Vyšehrad.
Arriviamo davanti alla chiesa e ci piacerebbe visitarla ma proprio in quell’istante escono i partecipanti ad un matrimonio, appena concluso, che si stanno preparando ad accogliere l’uscita degli sposi. Vediamo che la cosa va un po’ per le lunghe e ne approfittiamo per vedere l’adiacente cimitero (Vyšehradský hřbitov a Slavín), uno dei più importanti di Praga, dove sono sepolti 600 personaggi famosi: scrittori, scienziati, poeti, artisti, compositori, attori, medici, politici, ecc. Sul lato orientale del cimitero si trova la monumentale tomba chiamata Slavín, dove sono sepolti i personaggi più importanti della nazione.
Usciamo dal cimitero e proviamo a tornare nella Basilica dei Santi Pietro e Paolo (Bazilika sv. Petra a Pavla na Vyšehradě), dove ormai il matrimonio è concluso e non c’è più nessuno ma appena mettiamo piede all’interno, troviamo delle suore impegnate nelle pulizie che ci dicono che non possiamo entrare e quindi, nostro malgrado, siamo costretti ad andarcene.
Lasciamo la fortezza di Vyšehrad quando manca un quarto alle 14 per raggiungere il centro città, dove, seguendo il consiglio della guida del giorno precedente, alle 14:30 siamo seduti ai tavoli del Reastaurace U Parlamentu (Valentinská 52, 110 00 Staré Město, Cechia) che a posteriori, posso dire che è stato un consiglio azzeccatissimo. Abbiamo mangiato benissimo, speso il giusto ed i commenti su Tripadvisor sono per la quasi totalità tra positivi e molto positivi.
Come sto facendo negli ultimi viaggi, quando è possibile, cerco una torre televisiva o qualcosa di simile, sulla quale salire per vedere il panorama cittadino dall’alto ed anche a Praga ho seguitato questa tradizione, visitando la Žižkov Television Tower (Žižkovská televizní věž). Certo, non è la torre di Ostankino (altissima, in Russia) ma è quello che passa la casa e un giro me lo faccio, mentre Sandro non è interessato e preferisce fare un giro nei paraggi.
Con i suoi 216 metri di altezza (pesante circa 2200 tonnellate) è l’edificio più alto della città. Dalla piattaforma panoramica situata a 97 metri di altezza si può ammirare una veduta a 360 gradi di Praga. Un intero piano è dedicato al relax e soprattutto ad esperienze gastronomiche di altissima qualità. Sulla costruzione della torre sono stati collocate 10 statue giganti di bambini (Babies) realizzate dall’importante artista ceco David Černý.
Faccio il mio ingresso con il sole, trascorro circa mezz’ora ammirando e fotografando il panorama, ma quando esco trovo la pioggia ad attendermi, che avevo visto distintamente arrivare in lontananza e proseguire a piedi è piuttosto complicato. Temporeggiamo per un po’ in un bar ma la pioggia si trasforma ben presto in temporale, con tuoni, fulmini e saette. Alla fine decidiamo comunque di muoverci, a tappe, da un riparo all’altro, da una tettoia ad una tenda, mentre la pioggia continua incessante “a secchiate”. Alla fine riusciamo a raggiungere la metro e alle 18 siamo al sicuro, nella nostra camera d’albergo.
Si esce verso le 21:15, quando il tempo fortunatamente si è ristabilito, e dopo un passaggio sul Ponte Carlo, giriamo un po’ per Malá Strana, che è uno dei distretti storici di Praga.
Se c’è un quartiere romantico a Praga questo è senza dubbio Malá Strana. Il nome significa il “quartiere piccolo” e si differenzia dal resto di Praga per le stradine strette che si arrampicano sulla collina di Petrin e verso il Castello. Fondata nel 1257, è quasi una cittadina a sé stante ed è arrivata a noi pressoché intatta, anche dopo il devastante incendio che la colpì nel XVI secolo. È la zona adiacente, ai piedi di Hradčany (il Quartiere del Castello) e quindi si trova a pochi passi dal Castello di Praga, separata da Staré Město mediante il Ponte Carlo. Vi abitano poco più di 6.000 persone e il suo centro principale è piazza Malostranské Náměstí, sulla quale si affaccia la splendida Chiesa di San Nicola. Insomma, Malá Strana è un piccolo gioiello che merita assolutamente di essere visitato.
A forza di camminare siamo arrivati in cima alla collina, dove troviamo la Galleria Nazionale di Praga (Národní galerie Praha). Si tratta della seconda galleria più vecchia d’Europa dopo il Louvre di Parigi e presenta i capolavori delle arti figurative ceche e mondiali nelle sue mostre ed esposizioni permanenti. Approfittando della notte dei musei (quindi con ingresso gratuito), non possiamo esimerci dall’entrare. Giriamo un po’ per per le varie stanze, tra quadri, sculture e oggetti militari storici come armi da fuoco, spade e armature, e quando usciamo, fortunatamente troviamo anche un autobus per tornare in centro evitando una bella scarpinata.
Chiudiamo la nostra ultima notte a Praga con una birra in un bar della Piazza della Città Vecchia (Staroměstské náměstí) e cercando un po’ di movimento, quando si è fatta mezzanotte abbondante, nei locali di Piazza San Venceslao (Václavské náměstí). Verso l’una e mezza siamo pronti per tornare in hotel ma dobbiamo attendere l’una e 52 per il tram e così, per ammazzare il tempo, ci facciamo del male con un panino e una bibita. Alle 2:15 siamo nella nostra stanza.