Domenica 21 ottobre 2012
Lasciamo la camera alle nove, dopo la sveglia delle 8:20 ed andiamo spediti a fare colazione nel chiosco davanti l’hotel.
Il programma della giornata prevedeva il giro dell’isola con gli autobus turistici del servizio City Sightseeing le cui promoter stazionavano fisse sul lungomare, nei pressi del nostro hotel. Visto che ci eravamo già informati, non abbiamo fatto troppe domande ed abbiamo prenotato subito il percorso che ci interessava maggiormente fra i tre diversi itinerari. Paghiamo i nostri quindici euro a testa ed alle dieci in punto si parte.
Non uso spesso questo tipo di autobus turistici nei miei viaggi ed anzi, credo di esserci salito solamente una volta a Dublino, qualche anno prima. La differenza fondamentale tra Dublino e Malta sta nel fatto che in Irlanda non c’era la possibilità di scegliere la lingua ma si aveva un unico circuito di altoparlanti mentre a Malta, ogni passeggero veniva dotato di auricolari e poteva scegliere tra sei diverse lingue e gestire liberamente il livello del volume.
Dopo circa un’ora di percorso, con le spiegazioni di tutti i principali punti di interesse incontrati durante il tragitto, la prima tappa del nostro tour è la città di Medina, dove scendiamo alle 11 in punto.
Da Visitmalta.com: Arroccata in un aristocratico isolamento, la perla di Malta, antica capitale dell’isola, è uno scrigno di palazzi normanni e mura saracene, dove il silenzio regna sovrano. La storia di Mdina risale a più di 4.000 anni fa. Questa città testimonia le origini della cristianità maltese: è qui, infatti, che S. Paolo Apostolo pare aver vissuto nel 60 d.C., dopo essere naufragato in prossimità delle isole. Illuminata di notte e conosciuta come “la città silente”, Mdina affascina i suoi visitatori con la sua atmosfera senza tempo e i suoi tesori culturali e religiosi. Con il succedersi dei diversi governanti e dei diversi ruoli assunti, Mdina ha avuto più nomi e definizioni, ma l’etichetta più appropriata è quella attribuitale in epoca medievale: la ‘Città Notabile’ (città nobile). A quei tempi, così come oggi, fu residenza delle famiglie nobili di Malta; alcune di esse discendono dai Normanni, grandi feudatari siciliani e spagnoli che fecero di Malta la propria dimora a partire dal XII secolo. I loro imponenti palazzi costeggiano le strade strette e ombreggiate. Mdina è uno degli esempi di antica città fortificata più rappresentativi d’Europa ed è straordinaria nella sua perfetta combinazione tra architettura medievale e architettura barocca.
Entriamo nel bellissimo centro storico della città seguendo il flusso dei turisti ed osservando con interesse dei bellissimi palazzi e monumenti. Mi sono piaciute particolarmente quelle palme rigogliose poste all’interno delle corti di qualche palazzo che davano un aspetto molto arabeggiante.
Ad un certo punto arriviamo in una piazzetta, dall’altro lato delle mura rispetto all’ingresso, da cui si poteva osservare un bellissimo panorama su buona parte dell’isola. Facciamo qualche foto e nel frattempo si era quasi fatto mezzogiorno e siamo quindi tornati alla fermata dell’autobus, per proseguire il percorso.
La tappa successiva dove decidiamo di fermarci è quella di Mosta. Il servizio “Hop On Hop Off” infatti, dava la facoltà di scendere ad ogni fermata e poter riprendere uno degli autobus successivi, fino a completare il percorso.
Da Visitmalta.com: Il nome di questa città deriva dall’arabo ‘musta’ che significa “centro”. Mosta si trova nel cuore di Malta, lungo la grande faglia che attraversa l’isola da est ad ovest. In epoca medievale era soltanto un piccolo borgo, ma all’inizio del XVII secolo – dopo il Grande Assedio – cominciò a svilupparsi. Oggi è una città commerciale molto attiva e movimentata.
Scendiamo in città alle 12:45 quando la fame cominciava a farsi sentire ed avevo casualmente notato lungo la strada, poco prima della fermata, un ristorante dall’aspetto carino. Lo abbiamo raggiunto prima di fare qualsiasi altra cosa e non dimenticherò mai di quanto buono fosse quel piatto che avevo ordinato. Si trattava di riso con pezzi di pollo, ornato con due foglie di insalata ed un pomodorino che credo si chiamasse “chicken risotto” (forse semplicemente il nome generico) che era la fine del mondo.
Appena mangiato, torniamo verso il centro a visitare la principale (ma forse unica) opera della città: La Rotonda di Santa Maria Assunta, conosciuta anche come Rotonda di Mosta.
Da Wikipedia: La Rotonda di Mosta fu costruita nel XIX secolo su progetto dall’architetto Giorgio Grognet de Vassé, su imitazione del Pantheon di Roma. La costruzione fu per quei tempi rivoluzionaria perché fu edificata intorno alla chiesa precedente che fu demolita solo alla fine dei lavori, permettendo alla popolazione locale di avere un luogo di culto mentre la nuova chiesa era in costruzione. La sua cupola, con un diametro di 37 metri, è la quarta più grande d’Europa e la nona più grande del mondo. La costruzione ebbe inizio nel maggio 1833 e fu completata nel 1860.
Durante la seconda guerra mondiale, una bomba da 200 kg fu sganciata da un apparecchio della Luftwaffe, trafiggendo la cupola e cadendo fra più di 300 fedeli in attesa della prima messa serale. La bomba squarciò la cupola ma miracolosamente rimase inesplosa. Una riproduzione della bomba è ora conservata nella sagrestia con sotto una scritta in maltese che recita “Il-Miraklu tal-Bomba, 9 ta’ April 1942” (Il Miracolo della Bomba, 9 aprile 1942).
Purtroppo, di cotanta opera d’arte abbiamo potuto ammirare solamente l’esterno, in quanto il portone, anche questo, era inesorabilmente chiuso. Evidentemente a Malta le chiese fanno orario d’ufficio e non “lavorano” nei fine settimana.
In questo punto del tragitto gli autobus passavano con meno frequenza rispetto alle altre tappe e per poter riprendere il successivo abbiamo dovuto aspettare fino alle 14:35, sprecando un bel po’ di tempo alla fermata.
Dopo tanta cultura finalmente un po’ di relax e in una ventina di minuti arriviamo alla spiaggia dorata, la famosa Golden Bay.
Malgrado le sue coste siano prevalentemente rocciose a Malta non mancano alcune belle spiagge, tra cui appunto questa di Golden Bay sulla costa nord-occidentale, caratterizzate da acque calde e tranquille e da lunghi tratti di spiaggia sabbiosa.
La spiaggia, frequentata sia da giovani che da famiglie, è molto grande ed è tra le più conosciute dell’isola, non solo per la sua bellezza ma anche per i servizi che offre: ristorante, noleggio lettini, ombrelloni, sci nautico, banana boat ed altro ancora. Oltretutto, nei pressi di Golden Bay, c’è l’hotel a cinque stelle Radisson Golden Sands, uno dei più grandi dell’isola.
Se il giorno precedente avevamo notato solo poche persone stese al sole, sia perché era tardo pomeriggio, sia perché il tratto Sliema-San Giuliano è completamente roccioso, appena siamo arrivati e ci siamo affacciati dall’alto sulla baia, lo spettacolo che ci si è presentato ci ha lasciato a bocca aperta. La baia era invasa da ombrelloni, lettini, teli e da una miriade di persone, sia in spiaggia che in acqua.
Non essendo attrezzato per la balneazione, il massimo che ho potuto fare è stato quello di togliermi la maglietta per prendere almeno un po’ di sole e siamo scesi in spiaggia a vedere la baia da vicino. Siamo passati tra gli ombrelloni, invidiando tantissimo tutta quella gente, fino ad arrivare ad un piccolo molo da cui si scorgeva in lontananza, un’insenatura meravigliosa tra due costoni rocciosi. In acqua, oltre ad innumerevoli bagnanti c’erano anche moltissimi natanti, di tutte le dimensioni, dai gonfiabili alle canoe, dai pedalò alle moto d’acqua fino a qualche gommone e barchetta a motore. Al largo c’erano le barche più grandi, di cui un paio di a vela di tutto rispetto.
Non potendoci tuffare, verso le 15:30 decidiamo di andarcene ma per l’autobus purtroppo abbiamo dovuto attendere quasi mezz’ora.
Ci dirigiamo verso la tappa successiva (Bugibba), attraversando paesaggi meravigliosi fatti di grandi distese pianeggianti divise in una miriade di piccoli campi coltivati, dalle diverse tonalità di verde che si alternavano al marrone della terra formando una specie di grande mosaico. Ai bordi delle strade si trovano spesso quei muretti a secco, di pietra, tipici dell’Italia meridionale. Ogni tanti incontriamo dei gruppetti di case, tutte dalle stesse tonalità e con i tipici tetti piatti, terrazzati che formano dei piccoli agglomerati molto carini e caratteristici.
Arriviamo a Bugibba, ridente località balneare, verso le 16:30. Quì le coste rocciose non tolgono attrattiva ai numerosi resort e le rocce piatte consentono di prendere il sole comodamente. Vi sono inoltre numerosi punti di accesso per i bagnanti che, complice il livello dell’acqua abbastanza bassa vicino alla costa, possono dar sfogo liberamente alla loro voglia di nuotare in questo mare cristallino.
Facciamo un rapido giro per la città, ricca di negozi di souvenir oltre che di appartamenti estivi, cercando qualche regalino da portare a casa e ci siamo fermati in uno che sembrava molto fornito. Personalmente cercavo solamente un libro fotografico su Malta ed un paio di magliette che mi sono fatto fare in diretta scegliendo taglia, colore e disegno da applicarci. La signora del negozio infatti, tramite una pressa a calore, ha aveva la possibilità di attaccare sulle maglie, dei disegni che si potevano scegliere da un catalogo ed in un poco tempo ha creato le mie tshirt personalizzate.
Per mettere fine all’incombenza dei souvenir e completare i nostri acquisti, siamo passati in un secondo negozio e subito dopo, rendendoci conto che era quasi ora di riprendere l’autobus, ci siamo diretti di corsa alla fermata, arrivando con un minuto di anticipo.
Il minuto di anticipo sopra citato, era puramente teorico e riferito all’orario scritto nel depliant del Sightseeing. Purtroppo, quello che doveva essere un leggero anticipo è diventato un grande problema perché dopo un quarto d’ora d’attesa ci era venuto anche il dubbio che l’autobus fosse già passato. Ci sembrava inverosimile che avesse anticipato ma ci sembrava altrettanto strano quel ritardo che stava diventando pesante.
Stanchi si aspettare e dubbiosi sul fatto che sarebbe mai passato questo fantomatico autobus (Simone a dire il vero ci credeva ancora), siamo scesi verso il lungomare cercandone uno di linea, tenendo comunque d’occhio la fermata dell’Hop On Hop Off. Quando eravamo troppo lontani per raggiungerlo, vediamo finalmente passare il nostro autobus scoperto che ormai era impossibile da prendere. Messaci l’anima in pace, abbiamo preso il primo bus di linea e siamo tornati in hotel. Credevo fossimo più vicini a Sliema ma ci abbiamo messo quasi un ora da Bugibba, arrivando verso le 19.
Rimaniamo in camera fino alle 21:15 per uscirne spinti soprattutto dalla fame, cercando un ristorante per cenare. L’avere già il biglietto dell’autobus (fatto a Bugibba) valevole fino alle 23, ha sgomberato il campo da possibili idee di maratone e ci siamo fiondati sul primo mezzo pubblico diretto a San Giuliano.
Alle 21:45 eravamo seduti in un tavolo esterno del bellissimo ed affollatissimo Estilo, aperto a tutte le ore, tutti i giorni della settimana. Fontane con delle piccole cascate, ombrelloni, maxischermi e palme illuminate, rendevano questo ristorante veramente speciale. Quando ho chiesto del pollo, scegliendo nel menu in inglese, non avevo ben capito cosa si intendesse. Mi aspettavo la solita fettina più o meno spessa, cotta in qualsiasi modo, con salse o contorni a piacere ma quando mi hanno portato il piatto, sono rimasto a bocca aperta: c’era un pollo intero! Piccolino ma intero, con la classica forma di pollo. Incredibile!
Ci alziamo dal ristorante alle 23 e ci dirigiamo nella zona dei locali che, essendo di domenica, non era così affollata come nelle sere precedenti. Arriviamo fino al mare, gustandoci la meravigliosa vista della baia fatta di locali illuminati e tornando indietro, poco prima di mezzanotte, passiamo anche all’Hard Rock Cafè che era già in chiusura. Nonostante stessero iniziando le pulizie nel locale, il negozio era regolarmente aperto e Simone, come al solito, non si è trattenuto da comprare qualcosa. Si è preso una bella maglietta, non di quelle con il logo classico ma una disegnata, molto carina, e quando ha confermato che la taglia era corretta mi ha sorpreso ancora una volta dicendo alla commessa di volerne due identiche (una l’avrebbe regalata).
Come detto precedentemente, in giro c’erano pochissime persone e diversi locali erano addirittura chiuso (ad esempio il Moscow Club) per cui a mezzanotte abbiamo deciso di tornare in hotel. Venti minuti dopo eravamo puntualmente in camera ma prima delle due non ce l’ho fatta ad andare a dormire.