Dopo averci girato lungamente intorno ed essere stato più volte in paesi confinanti (Ucraina, Lettonia e Lituania) è arrivata finalmente l’ora di entrare in Russia. Nonostante tutti mi dicessero di andare a San Pietroburgo, come prima volta nell’ex Unione sovietica, sono voluto andare nella capitale. L’anno prossimo andremo anche a San Pietroburgo, qual è il problema?
Il viaggio l’ho organizzato con largo anticipo anche perché c’era l’incognita del visto, necessario per entrare nel paese. Il volo l’ho prenotato (su Expedia ) addirittura il 7 febbraio ed ho trovato un prezzo da favola con una combinazione di Air France per l’andata ed Alitalia per il ritorno, entrambi con uno scalo nelle rispettive capitali (Parigi e Roma). Ho pagato solamente 172 euro a testa, quando un prezzo normale si aggira quasi al doppio di quella cifra. Sono stato fortunatissimo.
Riguardo al visto, non sapevo di preciso cosa bisognasse fare e quanto tempo fosse necessario, ma grazie ad un’amica che lavora in agenzia viaggi, sono venuto a conoscenza di un sito internet, in grado di fornirlo in solo due settimane e a metà prezzo rispetto ad una qualsiasi agenzia cittadina, un paio delle quali mi hanno chiesto tra i 180 e i 230 euro. Grazie a www.vistoperlarussia.it l’ho fatto a 99 euro, più le spese per il ritiro e la riconsegna dei passaporti tramite corriere, ma avrei potuto spedirli con la posta tradizionale risparmiando ulteriormente.
Condizione necessaria per l’ottenimento del visto è l’indicazione di un luogo di residenza presso la città che si intende visitare ed è anche per questo che mi sono mosso quattro mesi prima, trovando una sistemazione che alla fine si è rivelata ottima: Hotel Izmailovo, a solamente 12 minuti di metropolitana dalla Piazza Rossa.
Per questo viaggio, come in tutti quelli più importanti, mi ha accompagnato Simone, il miglior compagno di viaggio sul mercato. Mai un problema, mai una lamentela, paga qualsiasi cifra senza discutere, nessun problema di soldi ma anzi, a volte devo frenarlo nelle sue spese irrazionali o chiedere degli sconti per conto suo. Lui credo non abbia mai pronunciato la parola sconto, nemmeno con i marocchini (ambulanti). Secondo me ha un gps impiantato nella testa, visto che si ricorda tutte le strade anche solo dopo una volta che ci siamo passati. Nonostante la sua passione per il cibo, viene tranquillamente anche al McDonald’s e al contrario di me mangia di tutto. Una volta a Kiev ha mangiato persino una zuppa di cipolle.