Sabato 3 maggio 2014
Mi sveglio alle 7:20 cercando di non svegliare Antonio, faccio barba, doccia e alle 8 scendo a fare colazione, dove incontro Claudio e Lina con cui ci eravamo dati appuntamento la sera prima.
Torniamo in camera, dandoci appuntamento nella hall alle 10 ma quando è ora di andare Antonio ancora non è sufficientemente in forze per venire con noi e preferisce rimanere ancora un po’ a dormire. Non c’è problema.
Iniziamo la giornata con la visita alla cittadella di Kastellet.
La cittadella di Kastellet, pentagonale, caratterizzata dall’ampio fossato a forma di stella, nasce riedificata nel 1660 per ordine di Federico III e diventa ben presto il simbolo di una fortezza inespugnabile. Oggi, la si apprezza per quell’ordinata serie di edifici dai tetti rossi e spioventi e per gli alberi di salici che circonda il perimetro della grande struttura, lungo sentieri di grande effetto paesaggistico. Il terrapieno erboso viene preferito dai visitatori nelle tiepide giornate di sole, mentre all’interno del perimetro si possono apprezzare anche alcune chiese ed un caratteristico mulino a vento. Quella che vediamo oggi è la struttura costruita dopo l’assedio svedese alla città ed è opera dell’ingegnere olandese Henrik Ruse.
Appena entrati nella fortezza, sentiamo della musica provenire da lontano e dopo un minuto ecco che dal fondo della via esce una banda musicale femminile, seguita da una corteo di signori di una certa età, forse reduci di qualcosa.
Facciamo un giro tra gli edifici che sembravano disabitati, dove dall’esterno non c’era molto da guardare. Proseguiamo fino ad arrivare al parco che si trova subito dietro, dove in mezzo ad un prato meraviglioso, c’era un bellissimo mulino a vento.
Il cielo di un colore azzurro da cartolina, le nuvole bianchissime ed un prato che non sembrava reale da quanto era verde, ci hanno tenuto almeno una decina di minuti a fare foto e contemplare il paesaggio.
Usciamo da Kastellet quasi a mezzogiorno e sulla via per il centro (Bredgade) passiamo di fronte ad una chiesa cattolica (cattedrale di Sant’Ansgario). Visto che le chiese sono famose per aver sempre le porte aperte, entriamo a visitarla.
La Sankt Ansgars Kirke è la chiesa romano-cattolica più antica di Copenaghen ed è la sede del vescovo di Copenaghen, S.E. Mons. Czeslaw Kozon. La chiesa è stata progettata dall’architetto Gustav Friedrich Hetsch (1788-1864) e completata nel 1842. Il piano fa ricordare una basilica romana, ed è adornata con quadri, statue e molti oggetti di valore storico. Negli anni 1988-1992 ha subito un restauro completo diretto dal prof. Vilhelm Wohlert. Sant’Ansgario non è però un museo, ma una chiesa viva che fa da chiesa parrocchiale per i cattolici del centro di Copenaghen con messe tutti i giorni dell’anno.
Entrando, si vede che è stata restaurata di recente e le sue pareti celesti mi ricordano la cattedrale di San Michele di Kiev, molto bella. Anche le immagini dei santi, su sfondo dorato, ricordano molto una chiesa ortodossa.
Essendo la chiesa a navata unica, non c’era molto da girare all’interno perché era tutto a vista e dopo un paio di minuti siamo usciti per proseguire il nostro cammino.
Cammino che si ferma appena qualche metro più avanti perché nelle vicinanze c’è anche Den russiske kirke Aleksander Nevskij (la chiesa russa Aleksander Nevskij) e non possiamo esimerci dall’entrare a visitarla.
Diciamo che il paragone con la precedente lo vince senza dubbio questa chiesa ortodossa perché come al solito, sono ornate sempre molto bene, con ampio uso di dorature ma non solo, anche la struttura stessa dell’Aleksander Nevskij era molto più architettonicamente elaborata.
All’interno si celebrava un battesimo per cui, per non disturbare, ci siamo seduti ad osservare la cerimonia in religioso silenzio e scattato qualche foto di nascosto.
La Chiesa di Alexander Nevsky è l’unica chiesa russa ortodossa a Copenaghen ed è stata costruita dal governo russo tra il 1881 e il 1883.
Non capisco il motivo ma quella via era piena di chiese e a pochi metri dalla russa c’era la copia in scala della basilica di San Pietro, la Marmorkirken o la Frederiks Kirke che dir si voglia. Il primo nome significa “chiesa marmorea” mentre il secondo è la traduzione danese di “chiesa di Frederiks”.
Da Wikipedia: Fu progettata dall’architetto Nicolai Eigtved nel 1740 per commemorare il 300º anniversario dell’incoronazione del primo membro del Casato degli Oldenburg. L’edificio ha la più grande cupola di tutta la Scandinavia con un diametro di 31m e poggia su 12 colonne, probabilmente ispirato alla cupola di San Pietro di Roma. Per dissapori tra l’architetto e lo scultore chiamato a realizzare le statue che dovevano ornare la chiesa, questi le fece troppo grandi per essere ospitate nelle nicchie e così furono poste all’esterno.
La visita della Marmorkirken è stata velocissima perché oltre alla cupola c’era poco altro. L’interno consisteva in un grande spazio circolare, quello sotto la cupola, con l’altare da una parte e le canne d’organo in due punti diversi (forse erano addirittura due diversi), sempre a parete e le tradizionali panche di legno centrali.
Per rendere meglio l’idea, metto queste recensioni da Tripadvisor: “La cupola palladiana appare ai visitatori con un richiamo tipico delle esperienze vissute in altre chiese ma poi l’interno non ripaga” e anche “Mi aspettavo molto di più, le guide la vendono per quello che non è bello l’esterno ricorda il pantheon di Roma ma in brutto”
Verso mezzogiorno e mezzo usciamo dalla chiesa marmorea e nel dirigerci al Castello di Rosenborg, passiamo davanti alla Chiesa protestante di San Paolo (Sankt Pauls Kirke). Essendo protestanti, evidentemente quando siamo passati noi stavano ancora protestando, visto che era chiusa. Ci siamo fatti qualche foto ed abbiamo proseguito.
Camminiamo cinque minuti ed arriviamo al Kongens Have (letteralmente Il Giardino del Re), il parco più antico e più visitato nel centro di Copenaghen.
Fondato nei primi anni del XVII secolo, il parco contiene anche numerosi altri edifici storici, tra cui Rosenborg Barracks, sede del Guardie Reali, così come un gran numero di statue e monumenti. Il parco ospita anche mostre d’arte temporanee e altri eventi come concerti per tutta l’estate.
Appena esce un minimo di sole, i danesi vengono qui a giocare, studiare (spesso ci si tengono lezioni) e mangiare. Ci si può benissimo passare un’intera giornata e col caldo si può prendere il sole sdraiati sull’erba. Inoltre il parco è costellato di bellissime statue e se si riesce a vederlo fiorito è una gioia per gli occhi. Mozzafiato poi la vista sul palazzo reale, che anche vale una visita.
Nonostante le nuvole passeggere e la giornata non propriamente estiva, il parco era comunque abbastanza frequentato. C’erano persone sdraiate sul prato, sedute sulle panchine, in giro in bicicletta e qualcuno anche sopra gli alberi (dei bambini alle prese con il climbing).
Attraversiamo il parco ed arriviamo di fronte al castello: semplicemente stupendo, il classico castello delle fiabe.
Da Wikipedia: Il castello di Rosenborg (danese: Rosenborg Slot) è un castello rinascimentale, costruito originariamente come residenza reale nel 1606 da Cristiano IV di Danimarca. Fu ampliato diverse volte in diciotto anni. Infatti, gli ultimi lavori per ampliarlo avvennero nel 1624. Il castello è stato usato come dimora della famiglia reale fino al 1720 e successivamente solo in altre due occasioni, entrambe di emergenza straordinaria: quando il palazzo di Christiansborg s’incendiò (1794) e la seconda volta durante la Battaglia di Copenaghen (1801).
Entriamo nel cortile, guardiamo ben bene il castello dall’esterno ma, un po’ per la fretta e un po’ per il costo dei biglietti, non andiamo a visitare i due musei che sono all’interno e all’una e un quarto riattraversiamo il parco per andare a vedere quella che Tripadvisor recensisce, un po’ generosamente, come migliore attrazione di Copenhagen: la David Collection.
Nel frattempo ci aveva raggiunto anche Antonio e tutti insieme entriamo nell’abitazione di questo ricco professionista danese, trasformata in museo.
Da Tripadvisor: Museo con accesso libero (chiuso il lunedì) dove poter vedere l’esposizione delle collezioni lasciate ai posteri da un facoltoso avvocato danese. In piccole stanze, su quattro piani differenti, sono esposte tre diverse collezioni. La più interessante è senza dubbio quella relativa alla Islamic art (raccolta di oggetti, monete, testimonianze). Originale, curioso ed a tratti interessante risulta visitabile in un’ora circa.
Giriamo abbastanza speditamente per le numerose stanze, distribuite su quattro piani, osservando i reperti più disparati, dai libri ai capitelli, dai vasi in porcellana ad una vasta collezione di quadri.
Usciamo dal museo alle 13:45 e decidiamo di tornare verso il centro. Lungo il percorso, seguendo le indicazioni della guida, troviamo la Rundetårn (la Torre Rotonda) con annessa chiesa Trinitatis Kirke (Chiesa della Trinità).
Diciamo che la cosa più importante da vedere sarebbe stata senza dubbio la torre, dalla quale immagino si godesse di una stupenda vista sulla città. Purtroppo lo immagino solo perché prima abbiamo visitato la chiesa e quando è stata la volta della torre c’era una fila incredibile alla biglietteria che ci ha fatto desistere.
Per quanto riguarda la Trinitatis Kirke, posso dire che nonostante dall’esterno sembri così semplice ed austera, dentro è un gioiellino, non immensa ma piena di fascino. La bellezza della chiesa è nella sua pulizia interna: un vero esempio di design danese. Niente affreschi o orpelli barocchi ma una grande volta bianca pulita che dà all’insieme un’idea di leggerezza. Le grandi finestre lasciano entrare tanta luce che si riflette anche sul grande organo, posto sopra il portone d’ingresso, che è proprio un capolavoro di bellezza.
Nel frattempo si erano fatte le 14:20 e considerando che camminavamo dalle dieci, appena abbiamo visto una panchina, bella, lunga, al sole, ci siamo seduti proprio di gusto. Claudio tira fuori dal cilindro un panino che si era preparato “illegalmente” la mattina durante le colazione in hotel e comincia a mangiare.
Mentre lui mangiava, dato che mi stavo annoiando, ho detto agli amici che sarei andato a vedere la cattedrale che era lì a due passi e mi sembrava di aver capito che dopo qualche minuto mi avrebbero raggiunto.
Faccio il giro della costruzione di fianco alla quale stavamo seduti, cercando questa famosa cattedrale e solo una volta davanti all’ingresso ho capito che era quella di fronte alla quale stavamo seduti.
Entro all’interno del Domkirke e rimango colpito da tanta semplicità, inteso non in senso negativo. La cattedrale di Copenhagen infatti, come tutte le chiese protestanti del nord Europa, ha forme classicheggianti e struttura e decori essenziali. È pur nella sua grandezza un chiaro luogo di preghiera.
Da Wikipedia: La Cattedrale di Nostra Signora (in danese: Vor Frue Domkirke) è il principale luogo di culto luterano di Copenaghen, chiesa madre della diocesi di Copenaghen. È situata nei pressi dell’università della città e fu inaugurata nel 1829, disegnata dall’architetto Christian Frederik Hansen in stile neoclassico e ornata di sculture di Bertel Thorvaldsen.
Arrivo fino all’altare, faccio qualche foto, controllo le navate laterali ed intanto il tempo passa e gli amici non si vedono. Mi giro in direzione dell’uscita, vedo e fotografo il bellissimo organo e niente. Il tempo passa, ho visto tutto quello che c’era da vedere e alla fine esco, faccio due foto anche dall’esterno ma i ragazzi non si vedono. Alla fine li do per persi e visto che si erano fatte le 14:45, vado a mangiare al McDonald’s di Strøget.
Le poltrone dei McDonald’s, visto che ne usufruisco solamente in vacanza, ormai le associo automaticamente al relax e al riposo. Di solito infatti, quando andiamo a spesso siamo più stanchi che affamati.
Esco dal ristorante alle 15:40 ed invece di buttarmi subito nella via pedonale, faccio prima un giro nella Piazza del Municipio che su Paesionline.it viene descritta così: la Piazza del Municipio si trova proprio nel cuore del centro di Copenhagen, vicino alla Stazione Centrale, ai Giardini di Tivoli e alla via dello shopping Strøget. Sempre animata da ambulanti e da artisti di strada è anche il centro delle attività commerciali e del traffico cittadino e dunque può rappresentare un ottimo punto di partenza per ogni visita della città.
Passo quindi a dare un’occhiata alla stazione centrale e faccio un giro anche intorno a Tivoli, prima di ritornare tra la folla dei turisti di Strøget, la via pedonale.
Dato che era la via dello shopping, quale posto migliore per comprare un paio di T-shirt da regalare? Mi passo tutti i negozi di souvenir, con calma, per capire quali siano i tipi di stampe. Alla fine riesco a trovare qualcosa che mi piaccia, ne prendo tre e mi tolgo il peso.
Arrivo in fondo alla lunghissima via, torno a vedere il canale di Nyhavn e quindi mi informo sulla posizione degli amici, chiamando Antonio. Li raggiungo al bar dove erano seduti (Ofelia), sul lungo canale e dopo pochi minuti ce ne andiamo tutti insieme. Io decido di tornare in hotel mentre gli altri vogliono rimanere ancora un po’ in città.
Arrivo al Cabinn alle 19 in punto mentre Antonio una mezz’ora dopo. Ci riposiamo un po’ ma visto che era la nostra ultima sera, a differenza del solito, siamo usciti a cena ad un orario decente, le 21:15. Claudio e Lina avevano lasciato detto che li avremmo trovati in centro.Cerchiamo il nostro solito parcheggio al di fuori della zona a pagamento e dopo una bella camminata, siamo finalmente nel cuore di Copenhagen. Faccio violenza su Antonio e lo porto a mangiare al McDonald’s ma anche li riesce a trovare qualcosa di salutare, come una confezione di carote. E chi sei Roger Rabbit?
Cerchiamo il nostro solito parcheggio al di fuori della zona a pagamento e dopo una bella camminata, siamo finalmente nel cuore di Copenhagen. Faccio violenza su Antonio e lo porto a mangiare al McDonald’s ma anche li riesce a trovare qualcosa di salutare, come una confezione di carote. E chi sei Roger Rabbit?
Usciamo dal Mac alle 22:30 e riceviamo la chiamata di Claudio che nel frattempo era rimasto da solo visto che Lina era tornata in hotel. Ci incontriamo, facciamo un passeggiata per Strøget (la via pedonale) e quando cerco di convincerli di andare a prendere qualcosa da bere in qualche locale, devo usare tutto il mio self control. Tre notti a Copenhagen e nemmeno una discoteca, un club, un pub, una cantina.. nulla!
Poco dopo mezzanotte andiamo a prendere l’auto e torniamo in hotel. Arriviamo che sono le 0:40 ma tra lo scrivere le cartoline, preparare la borsa e girare un po’ su internet, per quando mi metto a letto sono le tre.