Giovedì 1 Maggio

Questa seconda uscita del 2014 è nata in maniera piuttosto fortuita e rocambolesca. Già dall'inizio dell'anno, studiando il calendario, avevo deciso di organizzare qualcosa per il bellissimo ponte del 25 aprile (di venerdì) o eventualmente per quello del primo maggio (di giovedì).

Agli inizi di marzo, ho cominciato a chiedere agli amici se ci fosse qualcuno interessato per una piccola vacanza in qualche città europea ma come sempre, nessuna adesione. C'era ancora molto tempo ma queste cose, per farle bene, vanno organizzate in anticipo.

L'unico su cui facevo affidamento era Simone, compagno di mille avventure, che purtroppo per me era sotto contratto con una ditta di trasporti e molto probabilmente non sarebbe potuto venire.

Col passare dei giorni, stavo abituandomi all'idea di non trovare nessuno ma nel frattempo avevo pensato ad un piano d'emergenza: una trasferta in auto, mai fatta fino ad ora. Era una cosa che si sarebbe potuta organizzare in mezza giornata, anche all'ultimo momento, dato che non c'erano aerei da prenotare.

Marzo scorreva velocemente, nessuno era disponibile ad accompagnarmi in aereo e alla fine ho iniziato a puntare quasi esclusivamente sul viaggio in auto.

Come prima opzione avevo una meta vicina, tipo Lubiana, che si sarebbe potuta raggiungere in poche ore ma il mio desiderio sarebbe stato quello di raggiungere Vienna e Bratislava, due città vicinissime tra loro, aggiungendo solo qualche ora all'opzione slovena.

Verso la fine del mese di marzo, accade una cosa gravissima che manda all'aria tutti i miei piani: senza nessun segno premonitore, dalla sera alla mattina, l'azienda per cui lavoro decide di mettere in cassa integrazione, dal primo di aprile, un paio di decine di persone, tra cui anche io.

Visto tutto quello che si sente in giro, mi è caduto il mondo addosso e la testa ha cominciato (quella si) a viaggiare lontano. Come primo dato certo c'era quello dello stipendio che sarebbe stato di molto inferiore a quello già misero che prendevo e poi, facendo finta che non fosse un problema, c'era anche il fatto della reperibilità. Sarei infatti dovuto essere reperibile nel caso l'azienda avesse voluto richiamarmi in servizio.

Praticamente, senza nessuna notizia certa, ero legato e non potevo nemmeno disporre a piacimento di quel tempo libero che mi si era creato all'improvviso.

E' stato un mese molto travagliato emotivamente, condito da riunioni sindacali e contatti con i colleghi, in cerca di qualche notizia certa che purtroppo non arrivava. Nel frattempo, pur nella sfortuna, mi godevo quelle giornate con delle lunghe dormite mattutine ed i pomeriggi in palestra. Se non fosse stato per il misero stipendio, ci avrei messo la firma per continuare a vita (mi fanno morire dal ridere quelli che dicono che senza fare niente si sta male).

Verso metà aprile, durante uno dei quotidiani allenamenti inpalestra, mi arriva finalmente la telefonata dall’ufficio che annunciava la fine della mia cassa integrazione e mi chiedeva di tornare al lavoro dal 5 del mese successivo.

A quel punto, la gioia per lo scampato (in realtà solo posticipato) pericolo, fa si che decida nuovamente di partire, cercando di organizzare in fretta e furia in quei pochi giorni che erano rimasti. Ho passato al setaccio tutte le destinazioni di Wizzair e Ryanair ma con così breve anticipo, i voli costavano tutti tantissimo.

Nel frattempo, inaspettatamente, si era reso disponibile Antonio ed a quel punto, non rimaneva che trovare un volo ad un prezzo decente e la cosa era fatta.

Girando insistentemente nel sito della Ryanair, provando per ogni volo tutte le combinazioni possibili, è uscito fuori un "Billund", di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza, ad un prezzo intorno al centinaio di euro. Cercando sulla mappa ho visto che si trattava di Danimarca e distava circa a 270 km dalla capitale, Copenhagen.

L'idea di tornare a Copenhagen dopo sette anni ed una trentina di viaggi mi piaceva molto, sia perché i miei ricordi erano ormai lontani nel tempo, sia perché la mia esperienza nel viaggiare e nell'organizzare era di molto cresciuta e l'avrei vista sicuramente in modo più approfondito e completo di quanto non avessi fatto in quello che era stato praticamente il mio primo viaggio completamente auto-organizzato.

Riferisco ad Antonio quello che sono riuscito a trovare e lui, oltre a darmi la sua benedizione, mi butta là anche un'altra bellissima notizia: sembra che il nostro amico Claudio sia intenzionato a venire con noi. Tre era il numero perfetto e non toccavo terra dalla gioia, non mi sembrava vero.

Contatto Claudio per spiegarli il programma del viaggio e le buone notizie aumentano, mi chiede infatti se può portare una sua amica. Rispondo ovviamente di si, visto che la conosco anche io e soprattutto che abbiamo delle spese comuni che si sarebbero ammortizzate ancora meglio in quattro.

Dopo tante buone notizie, purtroppo anche una cattiva. Visto che mi hanno fatto aspettare qualche giorno prima di darmi la conferma, quando questa è arrivata il prezzo del biglietto era salito a 122 euro, dal centinaio che costava in precedenza, ma era pur sempre un ottimo prezzo per un aereo che sarebbe partito a dieci giorni.

Quello che normalmente è poco più di una formalità, per la Danimarca stava diventando una cosa complicatissima, ossia trovare un hotel con prezzi ragionevoli. Dico solo che mentre a Vilnius con 17 euro abbiamo dormito in una stanza enorme ed avevamo anche la colazione inclusa, a Copenhagen la cosa migliore che ho trovato è stato un hotel a sette chilometri dal centro, con una stanza di due/tre metri quadri (bagno incluso) a 50 euro. La colazione nemmeno a pensarci, per quella ci volevano altre dieci euro.

Da qualche parte dovevamo pur dormire e nonostante le rimostranze di qualcuno che avrebbe preferito un Grand Hotel Excelsior Super Deluxe, magari sulla piazza principale, alla fine ce lo siamo fatto andar bene.

A completamento dei preparativi, mancavano solamente l'auto a noleggio, stranamente molto economica in uno dei paesi più cari del mondo, ed il parcheggio di Ciampino. Per evitare problemi di pagatore/guidatore, ho lasciato la prima ad Antonio che sarebbe stato il nostro autista in terra danese ed io ho pensato al Low Cost Parking.

Mi dispiace dirlo ma purtroppo è quasi sempre così, quando certe cose non le faccio personalmente, ho sempre paura che non siano fatte nel migliore dei modi ed in effetti è quello che è accaduto. Avremmo potuto prendere una spaziosa Focus Station Wagon a 97 euro ma ci siamo ritrovati con una Renault Captur, mai sentita nominare prima, dove sia le mie gambe che i bagagli avevano difficoltà ad entrare. Il tutto, manco a dirlo, ad un prezzo di parecchio superiore.

DIARIO DI VIAGGIO

Siamo arrivati finalmente al giorno della partenza, giovedì primo maggio, festa dei lavoratori. Alle 4:30 arriva Claudio a casa mia, insieme andiamo a prendere Lina e tutti e tre raggiungiamo Antonio nei pressi dell'autostrada. Alle 4:45 si parte, alla volta di Ciampino.

Si arriva al Low Cost Parking in poco meno di tre ore, in perfetto orario con il volo che avrebbe dovuto essere alle 10:05. Sbrighiamo le formalità, lascio l'auto nell'immenso parcheggio ed alle 8 in punto partiamo con la navetta per il Giovan Battista Pastine, l'aeroporto di Ciampino, dove arriviamo in appena cinque minuti.

Nessun problema particolare con i controlli personali se non la solita fila onnipresente per arrivarci ed alle 10:30 si parte, con un discreto ritardo sull'orario ufficiale. Tocchiamo terra alle 12:45 ed una volta scesi andiamo subito a ritirare l'auto al desk della Hertz.

Dopo averne sentite tante e subite alcune, riguardo le truffe dei noleggiatori, prima di partire fotografo la macchina da ogni lato, tettino compreso e alle 13:20 ci mettiamo in movimento. Ci sono da fare circa 270 chilometri.

Il panorama stradale è il classico del nord Europa, con immense distese pianeggianti ricoperte quasi interamente da prati e boschi con ogni tanto qualche fattoria o delle mucche al pascolo. E' una meraviglia guidare immersi nel verde.

Una decina di minuti dopo la partenza, visto che avremmo dovuto impiegare circa 3 ore, riflettiamo se sia il caso di cercare un ristorante. La risposta è chiaramente affermativa e non ricordo come abbiamo fatto ma, in mezzo al nulla, siamo riusciti a trovare il Vingsted Hotel & Konferencecenter, dove si svolgeva una riunione degli agenti della Lego che come tutti sappiamo, ha sede proprio a Billund.

Mettiamo qualcosa sotto i denti e fermata la fame, ripartiamo decisi alla volta di Copenhagen, dove arriviamo poco dopo le 17.

Sbrighiamo le formalità alla reception, ci danno le tessere per entrare e finalmente saliamo in camera. Chiamarla così magari è un po' troppo, diciamo pure che se l'hotel si chiama Cabinn, un motivo ci sarà. Credo sia stata la camera più piccola che abbia mai visto in tutti i miei viaggi, dalla Scandinavia a Malta, dal Portogallo alla Russia e allo stesso tempo, una delle più costose.

Ci diamo una sistemata veloce ed alle 18 usciamo a fare un giro in centro, ovviamente in metro visto che a Copenhagen andare in auto è una tragedia, sia per il traffico che per i parcheggi costosissimi (credo 4 euro all'ora in centro). L'hotel dista circa 7 km dal centro che con la metro sono 5/6 fermate, più o meno 10 minuti. La fermata non è lontana ma nemmeno vicinissima, diciamo che una decina di minuti c’è da camminare.

Arrivati alla metro, abbiamo avuto grossi problemi nel fare i biglietti. Non si sapeva quale tipologia di biglietto scegliere e sopratutto il modo per pagare, visto che la carta di credito inserita sembrava non funzionare. Abbiamo perso parecchio tempo davanti a quella dannata macchinetta poi mi è venuta l'idea di provarne un'altra, senza nessun motivo logico ma mi sono allontanato e sono andato da un'altra parte.

Casualmente passava un ragazzo a cui ho chiesto aiuto e questo mi ha spiegato tutto il sistema dei trasporti danesi e mi ha guidato nel fare il biglietto. Alla fine era una sciocchezza. Sciocchezza che però mi ha scioccato, quando ho visto il prezzo: il biglietto più economico, quello di un'ora, per le zone 1-2, costava la bellezza di 24 corone che in euro fanno 3,40. Cribbio!

Quando mancavano pochi minuti alle 19, siamo finalmente arrivati in centro ed abbiamo scelto come prima cosa da vedere, il monumento nazionale danese, simbolo di Copenhagen: la sirenetta.

La prima cosa che abbiamo incontrato, appena usciti dalla metro è stato il pittoresco canale di Nyhavn, tra i posti più affascinanti e caratteristici di Copenaghen. La zona del vecchio porto della città, da sempre rifugio di marinai e scrittori, compreso Andersen che qui abitò per circa venti anni (ai civici 20, 67 e 18). Porto commerciale attivo fino al 1950, oggi "il Porto Nuovo" (è curioso ma il nome del Porto Vecchio è proprio Porto Nuovo) è il quartiere a più alta frequentazione turistica di Copenaghen. Se vogliamo dare una versione meno poetica, possiamo dire: Nyhavn, l’antico porto di Copenhagen, un tempo quartiere di marinai e puttane, oggi quartiere chic e pieno di locali alla moda.

Siamo passati poi davanti alla Chiesa di Frederiks meglio nota come Marmorkirken (Chiesa marmorea) con la sua cupola imponente che ricorda San Pietro a Roma e a poca distanza c'era anche il Palazzo di Amalienborg, residenza ufficiale dei Reali danesi. Arriviamo quindi al canale, dove si affaccia il palazzo reale e dall'altro lato vediamo la futuristica Opera House.

Nel nostro cammino verso la Sirenetta incontriamo quindi l'arca di Noè, un'enorme nave che non so bene cosa contenesse, se roba di cultura oppure semplicemente gastronomia ed infine la St. Alban's Church (Sankt Alban Kirke), una bella chiesa in stile inglese (infatti è inglese), immersa in un paesaggio meraviglioso.

Alle 20:20 ci siamo, dopo esserle passato vicino in barca, sotto la pioggia, nel lontano 2007, finalmente ho la possibilità di vederla da vicino questa sirenetta. E' facile dire "è solo una piccola statua sopra uno scoglio" ma questa rappresenta il simbolo di una città, universalmente noto, con tutto il fascino della storia e del mito ad essa legati.

Davanti a noi abbiamo trovato una piccola folla di turisti, con parecchi occhi a mandorla, per cui farsi due foto è stata un'impresa titanica ma alla fine ci siamo riusciti e subito dopo siamo tornati in centro per cenare. Io ho optato per il McDonald's vicino alla metro di Kongens Nytorv e gli altri mi hanno seguito.

Usciti dal fast food alle 22, dato che era il primo giorno ed avevamo tutta la stanchezza del viaggio, siamo saliti in metro e siamo tornati in hotel. Abbiamo preso pieno possesso della cabina, cercando di sistemare alla meno peggio le nostre cose in quello spazio angusto e pochi minuti dopo la mezzanotte sono andato a dormire.



Itinerario di viaggio


Le foto del giorno

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Aggiornato: 23.11.14