L'organizzazione La mia gita polacca inizia in una mattina di metà aprile quando mi chiama Paolo (il Patrizio Roversi di Civitanova) che mi chiede: "Simon, voli venì in Polonia?" Aveva un volo prenotato da febbraio per tre persone ma i suoi compagni non potevano più partire e doveva trovare dei sostituti. Ci penso qualche minuto, poi allettato sia dal basso costo del volo (meno di 70 euro) che della vita in Polonia e dalla possibilità di sfruttare il ponte festivo del 2 giugno chiedo al titolare se fosse possibile avere tre giorni di ferie. Avuto il permesso, dopo un paio di ore richiamo il Paolo per la mia adesione. Mission Krakòw Started! La partenza (mer.1/6/05) La partenza purtroppo era da Fiumicino e nonostante avessimo il treno abbastanza comodo per gli orari ho preferito farci accompagnare da babbo Davide che essendo in pensione ha molto tempo libero e di strade se ne intende avendo fatto il camionista per molti anni. Vuoi mettere una bella Punto nuova con aria condizionata che ti prende a casa e ti lascia a destinazione con un treno sudicio pieno di extracomunitari e sempre in ritardo, dove si possono prendere un sacco di malattie. Ritrovo alle 14 a casa del Pasquale che abitandoci non poteva certo ritardare e considerando che io sono sempre puntuale rimaneva l'incognita Paolo. Incognita che si è subito svelata: alle 14.20 ancora non era arrivato! Pensare che l'orario di partenza l'aveva deciso da lui... Partenza alle 14.30, passiamo per Colfiorito ed alle 18.15, dopo aver fatto un po di fila sul grande raccordo anulare, siamo a Fiumicino. Noi, in ingresso, abbiamo fatto solo qualche minuto di fila ma essendo mercoledì 1 giugno con il giorno dopo festivo, quella in uscita era almeno di 15/20 km che Davide s'è dovuto fare tutta per tornare a casa. Mi sono sentito un po in colpa, ma non avrei mai immaginato quell'esodo biblico di romani. Per fortuna anche se faticosamente verso mezzanotte è riuscito a rientrare, pensavo andasse ancora peggio. A Fiumicino non c'ero mai stato, cavolo che aeroporto! |
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L'arrivo L'aereo con cui abbiamo viaggiato era un boing 737 della SKY Europe. Non conoscevo questa compagnia ma a detta dell'esperto (Paolo) è una di quelle sfigate che non conta niente negli aeroporti, i loro aerei partono sempre per ultimi e sono perennemente in ritardo. Verissimo! In effetti la partenza doveva essere alle 21.30 ma siamo decollati alle 22.40, così quel povero ragazzo dell'ostello che ci è venuto a prendere all'aeroporto per 10 miseri euro si è dovuto fare un'ora e mezza di attesa. In aereo abbiamo ricevuto moltissime informazioni da Manolo, un ragazzo di Roma che avendo parenti in Polonia ci va spesso. Ci ha detto cosa mangiare, cosa vedere, cosa non dire ("curva" in polacco significa "mignotta") e, cosa importantissima, ci ha spiegato le polacche! |
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Arrivati all'aeroporto "Giovanni Paolo II" di Cracovia mi sono reso conto che il mio abbigliamento non era prorpio adeguato per quelle latitudini all'una di notte, ma per fortuna il viaggio per l'OSTELLO è stato brevissimo e finalmente dopo aver preso possesso della nostra camera mi sono potuto cambiare. Risolto il problema del freddo rimaneva quello più importante della fame. Usciamo in cerca di qualche pub ma ci rendiamo subito conto che di mercoledì sera i polacchi sono tutti rintanati nelle loro case, nonostante gli 800 mila abitanti la città era deserta! Quando ormai abbiamo perso ogni speranza, sentiamo da lontano un po di musica, la seguiamo ed arriviamo fino ad un localino dove una volta entrati facciamo subito amicizia con dei ragazzi del posto. Brava gente, sono rimasto molto sorpreso dalla cordialità di queste persone. Anche quelli che vedendoli penseresti a dei terroristi internazionali se ci vai a parlare sono le persone più socievoli e disponibili del mondo. Infatti, nonostante la piastra fosse spenta, riescono a convincere il gestore a farci qualcosa da mangiare. Sei toast, tre birre, e tre bicchieri di vodka che non avendo zloty (che noi amichevolmente chiamavamo zombi) abbiamo dovuto pagare in euro, 10 per la precisione. Felicissimi pensando di aver fatto un'affare siamo caduti in depressione appena scoperto di aver preso l'ennesima fregatura. A quel punto, data la nostra stanchezza ed il clima da "Day After" in città, decidiamo di tornare in ostello con la speranza di poter fare una bella dormita. |
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Il primo giorno (giovedi 2) Dopo aver dormito poco e male, ci svegliamo verso le 10 ci diamo una sistemata ed usciamo, senza meta, a visitare la città... |
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Dopo l'intera giornata passata a camminare per Cracovia, verso le 18 si torna in camera con l'intenzione di dormire e ricaricarsi per la serata, sperando che a differenza della precedente ci sia qualcuno in giro. Sveglia verso le 21.30 ci si prepara e si riparte alla ricerca prima di un posto per mangiare e poi di qualche locale. Locali che troviamo a iosa. |
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Il secondo giorno (venerdi 3) La mattina ci alziamo come sempre verso le 9.30/10, doccia ed usciamo a fare colazione in un forno/supermecato molto ben fornito che ormai è diventato il nostro. Per quel giorno avevamo programmato una visita alla "Kopalnia Soli" di Wieliczka (in inglese Salt Mine) che dista circa 15 chilometri. Cerchiamo, tramite ufficio informazioni, qualche mezzo che ci porti a destinazione e troviamo un minibus dal prezzo come al solito irrisorio. Alla partenza siamo noi tre ed un paio di ragazze di cui una stratosferica, ma dopo qualche fermata sembrava la corriera di Mirigliani (quello di Miss Italia), tutte ragazze una più bella dell'altra! Speravo che quel viaggio non finisse mai, purtroppo però siamo arrivati. |
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Il terzo giorno (sabato 4) Dopo il solito terribile risveglio (ancora più tragico visto che al rientro della serata il sole era bello alto) questa volta ci tocca anche fare le valige perchè la prenotazione di quell'ostello era solo per i primi tre giorni e per la notte del sabato non avevano posti liberi. Finito di raccogliere tutte le nostre cose ci facciamo chiamare un taxi che ci doveva portare in un'altro ostello, un po fuori città, che avevamo prenotato con molte difficoltà (erano tutti pieni) il giorno precedente. Sfiga a voluto che il tassista parlava solo polacco e all'indirizzo di destinazione c'era una ferramenta per di più chiusa! Nonostante la zona fosse quasi deserta, riusciamo a trovare un signore che parla inglese e ci spiega che c'è una via parallela, subito dietro, dove ci dovrebbe essere il nostro ostello. Finalmente riusciamo a trovarlo, paghiamo, lasciamo le valigie ed usciamo quasi subito visto che il programma della giornata era molto impegnativo sia dal punto di vista temporale (c'erano moltissimo da visitare) che psicologico: i campi di concentramento di Auschwitz. Ci facciamo chiamare un'altro taxi dall'omino all'ingresso ma scopriamo con piacere che quello di prima era ancora in strada che stava aspettando. Ci accordiamo sul prezzo, tramite un'intermediario che parlasse inglese/polacco e ci facciamo portare alla stazione degli autobus dove dovevamo cercare qualcosa che andasse ad Auschwitz che dista 70/80 chilometri da Cracovia. Per una volta siamo stati baciati dalla fortuna, perchè mentre stiamo guardando gli orari e le destinazioni degli autobus ci si avvicina Bob, un simpatico signore polacco dal nome intraducibile (ci ha detto lui che potevamo chiamarlo così), che parla bene italiano e che ci propone per 200 zombi (50 euro) di accompagnarci con la sua mercedes facendoci anche risparmiare. E andiamo!!! |
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Il quarto giorno (domenica 5) Anche questa mattina, come per la precedente, c'è da fare un trasloco. Ci prepariamo, raccogliamo i nostri quattro stracci e ci facciamo chiamare un taxi che ci riporti al centro, nel nostro ostello preferito (anche se questo non era male, però eravamo schiavi dei tassisti). Giunti a destinazione la camera ancora non era stata liberata così lasciamo le valigie in custodia ed usciamo a fare una bella colazione. Mentre mangiamo qualche simil-maritozzo in una panchina della piazza finalmente il Signore, che fino a quel momento lo aveva lasciato agire indisturbato, decide che è giunto il momento di punire Pasquale e dopo averlo adeguatamente istruito gli manda un suo emissario che non sbaglia il colpo. Finito di mangiare (e pulire) ci incamminiamo alla ricerca della Dama con l'ermellino che troviamo, poco lontano, al museo Czartoryskich (dove era proibitissimo fare fotografie). | ||||||
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Per la giornata si era ipotizzata una visita a Zakopane, incantevole cittadina sulle montagne, ma visto che era l'ultimo giorno abbiamo optato per un più rilassante ed ozioso giro in città peraltro molto affollata e piena di spettacoli per la conclusione della Notte Bianca. Così ci siamo messi in movimento alla ricerca di qualche bella signorina e ne abbiamo anche trovate. La serata sembrava quella dell'arrivo... IL DESERTO! L'unica donna che abbiamo visto è stata quella di Calzedonia e dopo aver cercato in lungo e in largo, verso le 2 siamo andati a dormire rassegnati. |
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Il triste giorno del ritorno (lunedi 6) Il lunedi è stato impegnato esclusivamente dal viaggio di ritorno. Siamo partiti alle 10 dall'ostello e siamo rientrati dentro casa alle 23 con in mezzo le solite storie di ritardi a malserivizi da parte della Sky Europe e delle ferrovie italiane. L'aereo doveva partire alle 12.40 ma dopo aver fatto imbarcare un po di persone le hanno fatte scendere. Sembrava che ci fosse un rinvio di un ora ma dopo 10 minuti li hanno richiamati e successivamente ci siamo potuti imbarcare tutti quanti. Morale: invece che alle 12.40 siamo partiti alle 13.20 e se avevamo qualche possibilità di prendere la Marozzi (al volo) per tornare da Roma ce la siamo giocata. Per quanto riguarda i treni a parte le attese delle coincidenze, i ritardi sono stati nell'ordine dei 10/20 minuti. Accettabili. In effetti un problemimo ci sarebbe stato anche in treno. Ad un certo punto ci siamo accorti che sul pavimento scorreva un fiume (forse aveva a che fare con l'aria condizionata) che finiva proprio nel mio bagaglio, di stoffa. Per fortuna ci siamo accorti per tempo così i danni sono stati limitati. |
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