Kiev 4

Sabato 11 agosto 2012

Ogni giorno che passa mi sveglio sempre più tardi, la cosa comincia a farsi preoccupante. Esco di casa che sono già le tre di pomeriggio, di una bella giornata di sole (fino a quel momento) e dopo trenta minuti incontro Katerina per vedere un po’ la città. Passiamo nella parte alta, visitando dall’esterno le due chiese principali (Santa Sofia e San Michele) per poi proseguire sull’Andriyivsky Descent (ucraino: Андріївський узвіз), una delle strade più amate dai turisti e tappezzata di bancarelle di souvenir ed artigianato locale.

La strada percorre l’omonima collina in posizione panoramica sul quartiere di Podil. La collina Andriyivsky è detta la “Montmartre di Kiev”. Tra le sue molte attrazioni la chiesa di Sant’Andrea (Андріівський собор ) del XVIII secolo e la casa ove visse lo scrittore Mikhail Bulgakov, oggi trasformata in museo.

Da Wikipedia: Podil (Поділ) è un quartiere storico e un distretto amministrativo. Si tratta di uno delle zone più antiche di Kiev, la culla della città del commercio e dell’industria. Contiene molti monumenti architettonici e storici e nuovi siti archeologici sono da poco stati scoperti.

Traversato per intero il quartiere, inizio ad avere fame e Katerina mi fa sapere che nei paraggi c’è un altro ristorante Mafia, che mi era piaciuto moltissimo la prima sera. Devo dire che sono proprio belli questi ristoranti, si mangia anche molto bene e se non si ha particolarmente fretta, sono perfetti . L’unica pecca infatti è la lentezza ma se uno vuole un fast food, va da un’altra parte. Noi siamo entrati alle 17:30 e ne siamo usciti dopo settanta minuti.

Usciti dal ristorante, passeggiando lungo il fiume, mi viene voglia di un giro in barca sul Dnipro, cosa che non avevo mai fatto. Troviamo la prima barca in partenza ed alle 19:45 partiamo per il giro di un’ora. Non percorriamo una distanza notevole ma quanto basta per ammirare i monumenti più importanti della città (sono tutti abbastanza vicini), da una prospettiva diversa.

Tornati a terra, avendo ospiti a casa, accompagno Katerina alla stazione di Poshtova Ploscha (Поштова площа) mentre io prendo la funicolare e torno nella parte alta della città. Vedendo quelle chiese bellissime, completamente illuminate, fa si che debba fermarmi a fare qualche autoscatto, prima di tornare all’appartamento ma prima ancora, faccio un salto al McDonald’s.

Lungo Mala Zhytomyrs’ka (Мала Житомирська), la via che dall’appartamento scende alla piazza (dove c’è il Mac), sono oggetto per l’ennesima volta di un tentativo di truffa, sempre la stessa, quella dei soldi trovati per strada. Ricordo che la prima volta, nell’agosto 2010, quasi ci stavo per cadere per poi fiutare aria di imbroglio e scappare prima che fosse troppo tardi e da allora, mi era già risuccesa un paio di volte, sempre nella stessa via.

La truffa consiste nel far si che una persona, che cammina davanti a te, perda accidentalmente dei soldi e tu raccogliendoli, cadi nel loro tranello. A questo punto esce infatti il compare che se non li hai già raccolti, lo fa lui e ti offre di dividerli. Nel frattempo torna indietro la prima persona che anche se di quei soldi non hai toccato un centesimo, ti dirà che mancano delle banconote e le vorrà indietro da te. Spesso, in questa truffa, ci sono anche dei poliziotti come complici.

Conoscendo il meccanismo però, lascio i soldi a terra e proseguo, fermandomi poco più avanti a vedere i loschi individui che tornano a raccoglierli, pronti per tirare un tranello al prossimo passante.

Arrivo al McDonald’s poco prima della chiusura (in piazza chiude alle 22 e in Kreshatik alle 23) e mentre mangio il mio panino, arriva un italiano di mezza età che indossava un giubbino con toppe di un moto club di Cesena, che mi ha chiesto in inglese se poteva sedersi. Gli rispondo in italiano, dicendo: certo, almeno posso parlare un po’ in italiano.

Fatte le presentazioni di rito, mi dice di essere venuto in moto e non una qualsiasi ma addirittura un Harley Davidson. Purtroppo però, poco distante da Kiev, l’Harley si era rotta e doveva aspettare il lunedì per farla riparare. Parliamo poi dei rispettivi viaggi e paesi visitati, quasi in una gara a chi ne avesse fatti di più ed era interessantissimo per me ascoltare tutto quello che mi raccontava. Si imparano un sacco di cose parlando con gente incontrata in vacanza e conservo ottime amicizie di persone conosciute solamente nello spazio di un volo in aereo.

Il Roberto, mi ha spiegato il metodo per portare in Italia una persona dall’Ucraina senza fare tutte le lunghe e complicate procedure burocratiche. Diceva che passando tramite un altro stato Schengen (nel suo caso la Polonia), pagando una cifre ragionevole, si poteva fingere di fare un viaggio di lavoro e si avevano sei mesi di permesso senza troppi problemi.

Si erano fatte nel frattempo le dieci e mezza e dopo esserci scambiati i numeri di telefono, sono tornato in appartamento a darmi una sistemata, prima della serata.

A mezzanotte torno operativo e decido di andare all’Arena, un posto per turisti, relativamente tranquillo, ottimo anche per un viaggiatore solitario come me. Solitamente non do molta confidenza agli estranei ma in questa occasione, appena ho visto due dall’aria nostrana, gli faccio: italiani? Non li avevo ancora sentiti parlare ma si riconoscevano da lontano. Fatte le presentazioni di rito, trascorro un paio d’ore con questi ragazzi, due Bergamaschi al primo viaggio in Ucraina.

Provenienti da Odessa, quella per loro era l’unica sera a Kiev, essendoci capitati solamente per lo scalo aereo e sarebbero ripartiti la mattina seguente.

I due lombardi non erano molto concordi su cosa fare, uno era deciso per la discoteca mentre l’altro del tutto contrario. Nel frattempo andiamo a prenderci da bere in uno dei bar del complesso Arena e subito dopo scendiamo alla discoteca dove all’ingresso vedo una delle cose più incredibili della mia vita: donne così belle che in Italia ce le sogniamo, vestite da favola, respinte all’ingresso solo perché non avevano tacchi sufficientemente alti. Da noi sarebbe stato steso un tappeto rosso per farle passare, sarebbero state ospiti d’onore nei super mega privé ed a Kiev non le facevano entrare. Incredibile!!!

Quando si erano fatte le due, nel momento in cui gli amici lombardi se ne vanno, anche io faccio lo stesso.

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