Lunedì 13 agosto 2012
Inizio la settimana con una bella sveglia mattutina, complice l’essere andato a letto abbastanza presto ed alle 8:15 sono già in piedi. Purtroppo, il mio essere mattiniero non serve a nulla perché fuori piove talmente forte che è impossibile uscire, quindi faccio colazione ed aspettando che spiova mi metto al computer.
A mezzogiorno e mezzo, visto che continuava a piovere, ho preso l’ombrello e sono uscito lo stesso, con l’intenzione di arrivare almeno alla fermata della metro per poi decidere.
Appena scendo in strada, noto che in quella via non c’è un impianto fognario ed è talmente tanta l’acqua che viene giù da formare una sorta di fiume che corre verso la piazza. Vedendo come questo torrente si infrange contro le auto, mi fa pensare che da un momento all’altro vengano ammucchiate tutte a valle.
Nonostante la pioggia, riesco a percorrere quasi indenne quei cinquanta metri che mi separano dal Maidan ed appena arrivato, mi fiondo dentro il Globus, il grande centro commerciale sotterraneo, da cui senza riemergere, raggiungo l’ingresso della metro.
Non avevo una idea precisa di dove andare ma l’importante è che fosse il più lontano possibile dal centro. Alla fine ho deciso per “Heroiv Dnipra” (Героїв Дніпра), l’estremità nord della linea blu.
Emergo dalla metro e mi trovo in una sorta di piazzetta, deserta a causa della pioggia, con tanti negozietti ai lati ed i classici grandi palazzoni-alveare sullo sfondo. Esco dal piazzale e comincio a camminare, proteggendomi dalla pioggia con un ombrellino tascabile molto precario, finché non scorgo in lontananza un edificio che conoscevo bene: cavolo, ancora il Dream Town! Non immaginavo che quella stazione fosse vicina al centro commerciale.
Visto che dovevo ripararmi dalla pioggia ed avevo delle cose da comprare, ne approfitto per entrare al Kosmos, il supermercato all’interno del Dream Town. Non dico che fosse grande come l’Auchan di Irina ma anche questo aveva delle dimensioni di tutto rispetto e dopo aver comprato le mie quattro cose, attraverso tutto lo stabile uscendo dalla parte opposta.
Alle due, giungo in prossimità dell’altra stazione per il Dream Town, ossia Minska (Мінська) ma prima di scendere mi fermo un attimo al McDonald’s che era proprio li sopra. Mangio e scappo subito verso casa, dove alle 15:30 avrei dovuto incontrare Elena, la figlia dei proprietari, che mi doveva cambiare gli asciugamani e sistemare una lampadina fulminata.
Nonostante avessi dovuto attraversare tutta la città, riesco ad arrivare in perfetto orario e visto che la signorina ancora non si vedeva, mi metto un po’ al computer per ammazzare l’attesa. Quasi per caso scopro un suo messaggio su VK (il Facebook russo) in cui mi diceva di non poter venire e la cosa mi fa incazzare in maniera esagerata per tutto il tempo che mi ha fatto perdere.
Esco di nuovo alle 17, sempre sotto la pioggia e decido di andare a visitare il bellissimo monastero di San Michele (Ucraino: Михайлівський золотоверхий монастир, Mykhaylivs’kyi zolotoverkhyi monastyr), la bellissima chiesa azzurra dalle cupole dorate, dedicata al santo patrono di Kiev. Come si evince dallo splendore degli ornamenti, l’edificio è una recente ricostruzione della chiesa originale, risalente al XII secolo, abbattuta dai sovietici nel 1937.
Per una foto che non avrei potuto fare, stavo per litigare con un custode o forse solamente un esaltato ed alla fine sono stato invitato ad uscire.
Ero ancora incazzato con la padrona di casa che mi aveva fatto perdere due ore e questo mi rompeva le palle solo per una foto. Ho cercato di nascondermi il più possibile ma non potevo non farla e quando sono stavo visto ed invitato a cancellarla ho fatto finta di non capire. A questo punto, quello che credo sia stato un custode, mi ha estratto il cartellino rosso e sono stato espulso.
Proseguo la mia bruttissima giornata andando a vedere la vicina cattedrale di Sant’Andrea (Ucraino: Андріївська церква), la chiesa barocca più grande di Kiev. Arrivando alle 17:45, purtroppo l’ho trovata chiusa. Era aperto comunque il cancello e quindi ho potuto salire la lunga scalinata e passare dietro, dove si aveva un bellissimo panorama sul Dnipro (Днiпро) e su buona parte della città.
La chiesa di Sant’Andrea è l’unica chiesa ortodossa dove non ci sono e non furono mai poste le campane. Leggenda narra che Sant’Andrea, nel suo cammino per Roma, pernottò su una piccola collina vicino al mare (proprio sul posto dove ora è situata la chiesa). Al mattino l’apostolo interrò una croce e all’improvviso il mare misteriosamente si ritirò. Si pensa che al suono delle campane l’acqua potrebbe risvegliarsi ed allagare non solo la città di Kiev ma anche tutta la parte del paese a sinistra dal fiume. Onde evitare il disastro, le campane non furono mai messe
Dopo aver ammirato il paesaggio e fatto qualche foto, decido di scendere in Kreshatik (Хрещатик), la principale via della città. I termometri nelle insegne dei negozi che segnavano 15 gradi, la miriade di foglie sui marciapiedi ed il cielo più nero che grigio, la facevano sembrare una perfetta giornata di novembre nonostante fosse il agosto.
Con quel tempaccio, c’era poco da passeggiare ed una volta arrivato al Billa, in fondo alla via, sono entrato a comprare qualcosa per cena. Non avevo la minima intenzione di mangiare fuori ma solo asciugarmi, riscaldarmi e mangiare in relax. Alle sette e mezza sono rientrato in appartamento e dopo una bella doccia, la cena ed un po’ di computer, a mezzanotte sono andato a dormire.