Venerdì 1 Aprile

Questo ennesimo viaggio a Cracovia (il quarto) è nato un sabato pomeriggio di gennaio, quando, navigando nel sito della Wizzair, ho notato che da aprile cambiavano gli orari di alcuni voli. Il nostro amato Forlì – Katowice, che fino a marzo volava di sabato e martedì, il mese successivo veniva spostato nel più comodo venerdì/lunedì. Ho chiamato immediatamente Mattia, chiedendo cosa ne pensasse di un giro a Cracovia a 25 euro, e nonostante avessimo già pronto un viaggio a Parigi per febbraio, mi ha detto subito di si.

Prenotato il volo per noi due, abbiamo iniziato a parlarne ad amici e colleghi e pian piano sono aumentate le adesioni. Prima Stefano, da sempre convinto che le polacche siano tutte bellissime e poi il nostro collega di lavoro Andrea. A quattro potevo già chiudere le adesioni ma quando me lo ha chiesto Stefano, un amico di Montecosaro che mi ha salvato diversi viaggi destinati ad essere cancellati per mancanza di adesioni, non ho potuto dire di no.

In cinque eravamo tanti e con le valige al seguito sarebbe stato scomodo arrivare in auto fino a Forlì così, quando mi è stato chiesto se poteva venire anche Gaetano (altro collega di lavoro), non ci ho pensato due volte.. “certo che può venire!”. L’ultimo ad aderire è stato Simone, che avevo chiamato per organizzare il viaggio a Mosca di giugno ma che ho convinto anche per Cracovia. Avremmo potuto prendere a bordo tranquillamente un ottavo, ma non si è fatto avanti nessun’altro.

Agli inizi di marzo avevo anche scelto il posto per dormire, due splendidi appartamenti in Ulica Florianska, e fino a due giorni dalla partenza è stato tutto ok.

Il giorno prima della partenza iniziano i problemi: mi chiama Stefano (di Montecosaro) e mi dice che per impegni di lavoro non può venire. Avendo già prenotato sia la navetta che gli appartamenti mi ha fatto penare un casino per chiedere eventualmente uno sconto, anche se si era detto disposto a pagare regolarmente quanto dovuto. Alla fine sono riuscito ad ottenere metà prezzo per la sua quota dell’appartamento ma niente sul prezzo del taxi, già scontatissimo.

Sempre lo stesso giorno, la sera prima della partenza, mi chiama Simone dicendomi che non trovava la carta di identità e dopo aver pensato a mille possibili soluzioni, ho provato a chiamare il call center della Wizzair per vedere come si poteva risolvere. Ho composto un numero costosissimo che doveva essere in italiano e mi hanno risposto in inglese ma per fortuna sono riuscito a farmi capire e mi è sembrato di aver compreso che avrei potuto rifare il check-in in aeroporto, buttando quello fatto online e forte di questa certezza, siamo arrivati finalmente al giorno seguente, quello della partenza.

DIARIO DI VIAGGIO

Ritrovo a casa mia alle ore 15:30 e dopo dieci minuti siamo partiti alla volta di Forlì, dove siamo arrivati al nostro solito parcheggio, in mezzo alle case, fuori dall’aeroporto, in meno di due ore. Ci siamo diretti immediatamente ai banchi del check-in per sistemare il problema di Simone ed abbiamo avuto la bella sorpresa che era tutto gratis mentre io ero convinto che ci sarebbe stato da pagare qualcosa. Meglio così.

I problemi però non ci sono stati solo per gli amici ed anche io ho avuto delle difficoltà nelle procedure di imbarco. Al controllo bagagli infatti, cosa accadutami solo una volta in precedenza, c’era una bilancia per pesare le valigie e quando l’ho vista mi sono sentito perso. Non avevo minimamente verificato il trolley, confidando nei controlli più blandi della wizz (rispetto alla Ryanair), ma ero sicuro che pesasse molto di più dei 10 kg permessi e quando l’ho messo sopra la bilancia ne ho avuto la conferma: più di 12 kg!

Avendo dentro la valigia anche il computer, la rompicoglioni della poliziotta mi ha gentilmente permesso di pesarla senza il notebook ma proprio non riuscivo a scendere sotto i 10, eravamo oltre di almeno mezzo chilo. A quel punto ho giocato il tutto per tutto e mi sono spostato da un lato, senza essere visto da nessuno, ed ho tirato fuori due maglie occultandone una sotto il giaccone che portavo in mano e legandomi l’altra in vita. Ho anche chiamato uno degli amici con il bagaglio più leggero, chiedendogli di prendere il mio computer e dopo una prima resistenza, la poliziotta ha acconsentito all’operazione. Arrivato a 10,2 chilogrammi, finalmente sono potuto passare.

Non ho capito cosa fosse successo perché nonostante avessimo un buon anticipo sembrava quasi che fossimo in ritardo ed avevano tutti un gran fretta di farci partire. In effetti siamo decollati alle 18:45, ben 10 minuti prima dell’orario previsto, mai successo prima. L’atterraggio, previsto per le 20:30, è stato a sua volta anticipato di 15 minuti ed appena entrati in aeroporto abbiamo subito trovato Tomek, il nostro autista, che ci stava aspettando con un cartello con su scritto: SIMONE.

Mi sembrava lui ma non ero sicuro e quando, durante il tragitto, mi ha detto che con il nome “Simone” si aspettava una donna, ho capito che era lo stesso autista che ci aveva accompagnato nel viaggio del 2008.

Siamo arrivati a Cracovia dopo circa 75 minuti e, chieste le chiavi degli appartamenti al negozio di kebab sottostante, alle 22 in punto eravamo in camera. Il proprietario degli appartamenti infatti, era anche il titolare del kebab ed usava quel negozio puzzolente come una reception per gli arrivi notturni.

Dopo una rapida rinfrescata, siamo usciti quasi subito per cercare un ristorante anche se “cercare” non era il termine più appropriato in quanto sapevo benissimo che li avrei portati al Sioux, ristorante stile western nella piazza del mercato (Rynek Glòwny). Conoscevo benissimo quel posto e come le altre volte, abbiamo mangiato della buona carne a prezzi più che ragionevoli.

A mezzanotte, calmata la fame, abbiamo iniziato a cercare un posto dove passare la serata e siamo andati subito verso il Prozac, che ricordavo essere ben frequentato nel fine settimana. Purtroppo però, la gente non era tantissima, abbastanza giovane e per di più il dj metteva dei tamarrissimi brani di latino-americano. Siamo rimasti poco in quel Prozac e subito dopo abbiamo proseguito il nostro giro passando al Frantic, dove ci hanno fatto aspettare qualche minuto prima di farci capire che non eravamo ben accetti.

La tappa seguente è stata il Cien Club, dove finalmente abbiamo visto persone di un certo livello. Non i soliti studenti squattrinati e mal vestiti ma proprio della bella gente e soprattutto delle gran belle ragazze. Purtroppo anche li non ci volevano, forse perché stranieri, forse perché 6 uomini, e ci hanno fatto aspettare all’ingresso dicendoci che dentro era molto pieno e “really uncomfortable”. Visto che invece i polacchi entravano tranquillamente abbiamo pensato di mandarli a cagare e cercare qualcos’altro.

Come ultimo locale siamo andati all’ex Midgard che nel frattempo aveva cambiato nome in Coco. La clientela giovanissima e la musica tecno ci hanno fatto resistere poco tempo ed alle 2 abbiamo accettato la sconfitta e siamo tornati a “casa”. Nonostante avessi portato il computer non avevo la password del wifi e quindi non avevo altro da fare che dormire.



Itinerario di viaggio


Le foto del giorno

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Aggiornato: 04.06.11