Sabato 2 Aprile

Sveglia alle nove in punto e dopo la colazione (la sera prima avevamo fatto spesa) ed i vari preparativi, alle 11 siamo usciti per andare a vedere cosa ci fosse di interessante a Nowa Huta.

Avevo letto su diversi siti che era un luogo importante, citato tra le cose da non perdere di Cracovia, ma esclusa la particolarità architettonica non sapevo cos’altro cercare e dopo un rapido giro intorno alla pizza (Plac Centralny) ce ne siamo tornati velocemente in centro. Un tour per le bancarelle all’interno del Sukiennice (Palazzo dei Tessuti in italiano) ed alle 13:30 li ho portati a rifarsi gli occhi al Rooster, ristorante appena dietro la piazza in cui a servire ci sono solo ragazze e vestite con dei pantaloncini molto ristretti.

Culi a parte, si mangia anche molto bene in quel ristorante, che è la cosa più importante, e ci saremmo tornati anche la sera se ci avessero fatto vedere il derby di Milano ma purtroppo, alla mia richiesta, hanno risposto che era in programma una partita del campionato spagnolo.

Nonostante si mangiasse della buonissima carne, avevo deciso che era ora di provare i famosi pierogi, tradizionale pietanza della cucina polacca. Un’amica polacca mi parlava spesso di questi cosi, ma quando mi hanno portato un piatto con degli strani tortelloni, bianchi cadaverici e senza nessun tipo di condimento, cominciavo a credere di aver toppato. Sul tavolo avevo tre tipi di salse ma solo annusandole le avevo già scartate ed ho iniziato a mangiare questi pierogi senza niente sopra. Non è bastato nemmeno questo a farmeli piacere perché il ripieno aveva un forte odore di cipolle e quando sono arrivato faticosamente a metà, ho lasciato il piatto a Simone che lo ha "spazzolato" senza pensarci due volte.

Il pomeriggio è proseguito con un giro al castello del Wavel (nome della collina situata sulla riva sinistra del fiume Vistola a un'altitudine di 228 metri sul livello del mare. È un luogo simbolico e ha grande significato per i polacchi. Il Castello Reale e la Cattedrale sono situati sulla collina. I reali della Polonia e alcuni illustri polacchi sono sepolti nella Cattedrale e le incoronazioni dei re avvenivano proprio lì) ma senza entrare all’interno del museo e poi ci siamo diretti al Kazimierz (quartiere storico di Cracovia, noto per essere stato il centro della comunità ebraica della città dal XIV secolo fino alla seconda guerra mondiale), andando in perlustrazione in vista della serata. Ci abbiamo messo un po per trovarlo perché sia io che Simone non ricordavamo bene la strada ma a forza di chiedere a destra e sinistra, alla fine siamo arrivati alla famosa Plac Nowy.

Sapevo che la sera sarebbe stato molto frequentato ma alle quattro di pomeriggio in quel posto non c’era quasi nessuno se non qualche turista come noi. C’erano però gli immancabili promoter di visite guidate ed uno di questi parlava italiano. Lo abbiamo lasciato spiegare tutto quello che voleva e poi gli abbiamo detto che avremmo fatto un giro sulla sua macchinetta elettrica solo se alla fine del tour ci avrebbe riportato al nostro appartamento. In verità volevamo solo un passaggio per Ulica Florianska e lo avremmo pagato anche solo per quello ma visto che era compresa anche la visita al Kazimierz abbiamo fatto anche quella.

Kazimierz: Ad oriente della Città Vecchia di Cracovia sorge il quartiere di Kazimierz, dal nome del suo fondatore, Re Casimiro il Grande. Edificata nel 1335 come cittadina distinta, nel 1800 a seguito dell’allargamento dei confini amministrativi di Cracovia, divenne un quartiere della città. Il Kazimierz è diviso in due parti: ad ovest c'è quella cristiana, ad est quella ebraica. Nella parte cristiana troviamo la Piazza del Mercato (Wolnica), le chiese gotiche di Santa Caterina e del Corpus Christi e la chiesa barocca di San Stanislao sulla roccia, luogo del suo martirio.

Ma il Kazimierz è stato, soprattutto, il centro della vita religiosa e sociale della Cracovia ebraica fino a quando la comunità semita che lo abitava (circa 65.000 persone) venne deportata nei vari campi di sterminio durante l’occupazione nazista.

Alle 18, finito il giro, come da accordi, siamo stati riaccompagnati al nostro appartamento e ci siamo dati due ore libere prima di ritrovarci per andare a cena. I miei coinquilini (Stefano e Simone), come al solito, si sono buttati sul letto ed hanno acceso la tv su qualche cartone animato mentre nell’altro appartamento, escluso Mattia, gli altri si sono sintonizzati sull’Isola dei famosi. Io ho fatto un giro nella piazza del mercato (Rynek Glówny) ed approfittando della splendida luce del cielo, ho piazzato il cavalletto ed ho fatto qualche autoscatto.

Finito il servizio fotografico, sono tornato dagli altri, con l’intenzione di uscire in tempo per la partita. C’era infatti il derby di Milano che non mi volevo assolutamente perdere ma per quando sono scesi tutti erano già le 20:50. Ci siamo diretti immediatamente verso la piazza cercando un ristorante che avesse un televisore sintonizzato sul calcio e non sapendo da dove iniziare a cercare, siamo andati direttamente al Sioux. Ho chiesto al cameriere all’ingresso: "siamo in 6 e vorremmo vedere la partita del campionato italiano, è possibile?". Questo entra a chiedere e quando esce con la risposta che volevamo abbiamo fatto un salto di gioia!

Ci accompagna nella sala di sotto e ci mostra un tavolo davanti ad un maxischermo: PERFETTO! Ad essere perfetto però era anche il risultato perché, dai messaggi che arrivavano dall’Italia, sapevamo già che aveva segnato il Milan con Pato. Dopo l’ottima cena e la favolosa conclusione della partita (3 a 0 per il Milan sull’Inter) siamo tornati nel Kazimierz ma questa volta ricordando perfettamente la strada per arrivarci.

Complice la serata abbastanza calda, c’era molta gente in giro, e Plac Nowy pullulava di giovani. Siamo entrati a dare un’occhiata in diversi locali, prima di fermarci a bere al Le Scandale dove Stefano, con il mio aiutino, ha rotto il ghiaccio con una bella ragazza polacca. Terminate le bevande, siamo tornati in strada e siamo stati attratti, come zanzare, dalla luce viola che proveniva dal Taawa. A quel punto mi sono ricordato di esserci già stato e che mi era piaciuta tantissimo in una mia precedente vacanza.

Non avendo programmi migliori, siamo entrati decisi e devo dire che ricordavo bene. Discoteca non molto grande ma carina, moderna e soprattutto con bella gente. Peccato che non ci fossero tantissime persone, comunque quelle poche ragazze erano veramente degne di nota e non c’era da "scartare" quasi nulla. Abbiamo tirato fino alle tre anche se qualcuno di noi non aveva l’aria di divertirsi troppo. Presi un paio di taxi, alle 3:15 si era in appartamento e dopo trenta minuti ero sotto le coperte.


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Aggiornato: 04.06.11