Venerdì 16 agosto 2013
La camera che ci avevano dato questa volta al Motel Paradise, era molto grande ma aveva un problema altrettanto grande, una parete completamente vetrata da cui sorgeva il sole. Le tende, invece che oscurare, cambiavano solamente colore e facevano entrare una bella luce arancione invece che bianca.
Nonostante la sveglia fosse coincisa con il sorgere del sole, alle 8:15 ci alziamo dal letto e scendiamo a fare colazione e in un ora e mezza eravamo già operativi, fuori dall’hotel.
Tra le cose che dovevamo visitare, in questa seconda parte di vacanza a Vilnius, c’era innanzitutto la torre della televisione, nostra prima meta della giornata, dove siamo arrivati alle 10 in punto. Facciamo i biglietti, pagando 42 litas e dopo aver passato un tornello con lettore ottico per i biglietti, possiamo prendere l’ascensore per salire ai piani alti.
La Torre della TV di Vilnius (Vilniaus televizijos bokštas) con la sua altezza di 326,5 metri, è la struttura più alta in Lituania ed è occupata dalla AB Lietuvos radijo e televizijos Centras (emittenti radiofonica e televisiva).
La costruzione della torre è iniziata il 31 maggio 1974 e terminata il 30 dicembre 1980. Il peso di tutta la struttura è stimato in 30.000 tonnellate. La struttura è composta da una base in cemento armato, alta 190 metri e dalla punta in acciaio dei restanti 136 metri. I trasmettitori della radio sono alloggiati nella parte inferiore della torre, quella di cemento ma con le antenne collegate al picco in acciaio.
Il punto più alto dove si poteva arrivare con l’ascensore, quello dove c’era il ristorante (Takas Paukščių), si trovava ad un’altezza di 165 metri e vi assicuro che guardando di sotto quasi non si distinguevano le auto, se non dal colore. Per gustarsi meglio la vista, c’era una piattaforma girevole, tutta intorno alla stanza, che compiva un giro completo in 45 minuti, offrendo una vista suggestiva sulla città ei suoi dintorni che in giornate particolarmente terse, poteva arrivare fino a 40 km di distanza.
Dopo aver fatto qualche foto alla straordinaria vista panoramica che si godeva da lassù, alle 11:15 siamo scesi e siamo andati al centro commerciale (Akropolis) alla ricerca disperata di qualcosa da riportare a casa per i nipoti che ancora non avevo trovato.
Era il nostro ultimo giorno, quello successivo saremmo tornati in Italia e visitata la Tv Tower, avevamo tirato i remi in barca, non avendo più niente di particolarmente interessante da visitare. Per fortuna, a forza di girare, in un negozio dell’Akropolis trovo delle bellissime tshirt con i colori della Lituania ed ho chiuso la pratica regali, acquistandone sia per me che per i bambini. A quel punto, sollevato per lo scampato pericolo, siamo andati a mangiare al McDonald’s del centro commerciale.
Mentre addentavo il panino, mi arriva un sms da Lina, la nostra amica di Vilnius, che chiedeva dove fossimo e che programmi avevamo per il pomeriggio. Le rispondo che non avevamo quasi nulla da fare e se voleva ci poteva raggiungere. Dopo una decina di minuti arriva all’Akropolis e nonostante non fosse nei nostri programmi tornare a Trakai, visto che c’eravamo stati in una precedente vacanza, lei riesce a convincerci.
Alle 13:30, sistemato a fatica Simone nei sedili posteriori della Mini di Lina, partiamo alla volta del castello di Trakai.
Da Wikipeia: Trakai è una cittadina distante circa 30 Km da Vilnius ed una delle mete turistiche più famose del paese. È caratterizzata dall’omonimo lago nel quale, sopra un’isola, sorge fin dal XIV secolo un castello più volte ricostruito. Ospita, fin dal 1397, una piccola comunità di caraimi di origine turca. Degna di nota la Sinagoga caraita.
Arriviamo nei pressi del lago alle 14 e dopo aver fatto un corposo servizio fotografico con quello sfondo da cartolina, siamo quindi entrati all’interno della corte del castello, dove stavano allestendo un palco per qualche manifestazione o concerto. Ci siamo limitati al cortile esterno senza perdere tempo ad entrare, perché essendoci già stati, sapevano benissimo quello che c’era: nulla di interessante.
Da Tripadvisor: Il castello è meravigliosamente inserito nel contesto naturale circostante, una foto con il castello sullo sfondo è immancabile! L’interno è carino, ma non molto arredato, ma nel complesso vale cmq il viaggio.
Usciamo dal castello, diamo una vista alle bancarelle presenti sulla riva del lago e dopo una ‘pausa gelato’ riprendiamo l’auto. La nostra amica ci voleva far vedere qualcosa di nuovo, per questo ci ha portato dall’altro lato del grande lago, dove c’era una bellissima villa stile Hollywood, con tanto di colonnato all’ingresso, circondata da un grande giardino, impreziosito da alcune statue disseminate quà e la.
La villa, immersa in quello scenario fantastico, era lo sfondo ideale per qualsiasi set fotografico ed ovviamente non potevano mancare i matrimoni: ne abbiamo visti ben quattro.
Ad un certo punto, arrivati sulla riva del lago, Lina ha fatto una magia, tirando fuori dalla borsa un plaid, due bottiglie di birra e degli stuzzichini. Che grande! Erano secoli che non mi sdraiavo su una coperta all’aria aperta.
Siamo rimasti una ventina di minuti, dopodiché la nostra preziosa guida ha pensato a qualcos’altro di caratteristico, andare a mangiare dei Kibinai in un ristorante della zona.
Alle 17 siamo arrivati al Senoji kibinine che solo una volta in Italia, vedendo i commenti su internet, ho capito che era il migliore della zona. Una casa completamente in legno con una scalinata centrale che portava al piano superiore dove c’erano altri tavoli. Ad ornare il ristorante c’erano armature di antichi guerrieri medievali, piatti i ciotole, bottiglie e piccoli botticelle d’epoca su mensole appese al muro e molti quadri alle pareti.
I kibinai sono tipo dei croissant ma di una pasta più spessa e più dura che a vista sembra pane, con dentro il ripieno che può essere diverso a seconda dei gusti, in genere di carne.
Finito lo spuntino si erano fatte quasi le 18 ed abbiamo deciso di tornare a Vilnius. Nonostante fossimo piuttosto stanchi, Lina ci voleva portare a vedere la Torre di Gedimino. Non avevamo tanta voglia ma alla fine eravamo venuti ad un compromesso, saremmo andati solamente tramite la funicolare. Sfortunatamente la cabinovia era chiusa, o meglio, quello partito due secondi prima del nostro arrivo era l’ultimo viaggio. Che sfiga!
A quel punto io volevo tornare in hotel ma Lina insisteva nel dirci che la strada da fare a piedi non sarebbe stata tantissima, anche se tutta in salita. Visto che si trattava di uno dei monumenti più importanti della città, alla fine mi sono fatto convincere e pian piano siamo saliti, fino a raggiungere il punto più alto, sulla sommità della collinetta.
In effetti, devo dire che raccogliendo tutte le forse rimaste, salire quella stradina non è stato poi così terribile ed una volta arrivati in cima, abbiamo potuto godere di una vista meravigliosa. Ne abbiamo approfittato per delle splendide foto e quando si erano fatte le 19, ci siamo fatti riaccompagnare alla nostra auto, lasciata all’Akropolis, dandoci appuntamento per la sera.
Siamo arrivati in hotel alle 19:40, abbastanza tardi per i nostri standard, ma essendo l’ultima sera ci poteva anche stare. L’appuntamento con le ragazze era per le 21:30, per cui, una volta fatte le docce, di tempo per riposarci ne rimaneva veramente poco.
Usciamo all’ora stabilita, con molta fatica, e ci troviamo con le ragazze per andare a cenare. Simone, purtroppo, aveva visto da qualche parte un piatto della tradizione lituana che consisteva in una sorta di piccolo cilindro di pane, con un coperchio che lo faceva assomigliare ad un panettone, con una zuppa marrone all’interno, chiamata ‘grybų sriuba’ (semplice zuppa di funghi) e l’aveva fatto presente a Lina e Leone.
Dopo averci pensato un po’ su, le ragazze ci hanno portato in un ristorante, dove forse avremmo trovato la zuppa servita in quel modo ma essendo venerdì, era affollatissimo. Abbiamo deciso di attendere ma sembrava che la gente non avesse la minima intenzione di andarsene e quando finalmente si era liberato un posto, il cameriere ci ha detto che ormai era troppo tardi e non potevamo più mangiare.
Per me che mi nutrirei a pillole se fosse possibile, che mangiare è l’ultimo problema al mondo, quell’attesa estenuante solo per un cavolo di piatto di ‘melma’, mi faceva letteralmente girare le scatole. Che bisogno c’era di perdere tutto quel tempo solamente per mangiare una schifezza del genere?
Alla fine, visto che non si poteva mangiare, siamo andati in un altro. Io avevo proposto il primo che avremmo trovato ma gli altri sembravano coalizzati contro di me e volevano andare da un’altra parte, dove avremmo potuto trovare quella strana cosa da mangiare che cercava Simone.
Quando i miei nervi erano al limite dall’esplodere, quando stavo per salutare tutti e cercare un McDonald’s, siamo finalmente riusciti a mangiare in un ristorante stile western, molto carino.
Finito di cenare, una passeggiatina per Pilies Gatvé e poco dopo ci siamo salutati con immensa tristezza, in vista della nostra partenza, il giorno seguente. Alle 0:40 eravamo in hotel e come tradizione, dopo aver scritto le cartoline (visto che era l’ultimo giorno possibile per farlo) ho perso un po’ di tempo al computer, andando di fatto a dormire poco prima delle alle tre.