Lituania e Lettonia 3

Giovedì 8 agosto 2013

La temperatura della camera era ai limiti della sopportazione. A mezzanotte c’erano 30 gradi e la mattina, il termometro della mia sveglia digitale, segnava appena mezzo grado in meno.

Ci alziamo alle otto, scendiamo per la colazione alle nove e fatte le valige, alle 10 in punto lasciamo la camera e facciamo il check-out che, in questo strano hotel, è consistito solamente nella riconsegna delle chiavi.

Ancora non riesco a spiegarmi perché il Motelis Paradise sia stato l’unico incontrato fin’ora, che non ci abbia chiesto i documenti o ci abbia fatto firmare qualsiasi cosa all’arrivo, durante il soggiorno oppure alla fine della nostra permanenza.

Prima di partire per la Lettonia, andiamo a fare l’ultimo giro nel centro di Vilnius, dove avevamo ancora molte cose da vedere. Parcheggiamo nel Maxima vicino al Radisson, visto che arrivavamo da quella direzione e che era anche gratis e ci incamminiamo verso Gedimino prospektas arrivando alla cattedrale. Da li abbiamo preso per Pilies Gatvé, una delle vie principali del centro storico che va da Piazza del Duomo a Piazza del Municipio e deviato poi fino alla chiesa di Sant’Anna.

La chiesa di Sant’Anna, eretta nel 1394, è uno dei monumenti più amati della città e secondo me, uno dei più particolari e riconoscibili. In una città dove tutti i principali monumenti tendono al bianco, i suoi mattoni rossi (sono 33 i tipi di mattoni usati per costruirla) abbinati allo stile tardo gotico, ne fanno un monumento splendido e diverso da tutti gli altri e la rendono probabilmente la chiesa più bella di tutta la Lituania, tanto che l’Unesco l’ha inserita tra i beni patrimonio dell’umanità.

La facciata di Sant’Anna presenta due torri laterali e una guglia centrale che terminano con tre croci e sono abbellite da spuntoni mentre l’interno, pur mantenendosi interessante per le sue trovate architettoniche, risente dei danni subiti in seguito all’incendio del XV secolo e del saccheggio operato dalle truppe napoleoniche.

Accanto alla chiesa di Sant’Anna c’è la chiesa ortodossa del monastero di San Bernardino (nella quale sono stati trovati meravigliosi affreschi nascosti per centinaia di anni sotto lo stucco) che non potevamo esimerci dal visitare e secondo me, se una (Sant’Anna) è molto più bella fuori che dentro, l’altra (San Bernardino), pur essendo bella, fuori rimane piuttosto anonima e senza elementi caratterizzanti ma all’interno è veramente molto bella.

Alle 11:40 terminiamo il giro delle chiese e passiamo a visitare l’adiacente Repubblica di Uzupio, addentrandoci nelle sue viuzze piene di cose strane. Si tratta di uno dei più antichi sobborghi di Vilnius che si estende sulla riva destra del fiume Vilnia.

A Uzupis un tempo abitavano prostitute, gente di malaffare, poveri artigiani che avevano le loro botteghe sul torrente e i religiosi della vicina chiesa ortodossa ma a partire dagli anni ’90 del Novecento, nelle sue case vecchie e trascurate hanno cominciato a insediarsi (attratti dai prezzi bassi) artisti e intellettuali, che lo stanno trasformando in un quartiere sempre più alla moda; hanno aperto bottega pittori, ceramisti, scultori, e accogliere gli atelier di molti artisti bohemien.

Uzupis viene chiamato ‘la nostra Montmartre’ dai suoi giovani e creativi abitanti che qui, per la sua caratteristica espressività individuale, un po’ per gioco un po’ per riscattarsi dalla nomea che in passato avevano di area degradata e povera, hanno fondato simbolicamente l’indipendente Repubblica di Uzupis, dotata di una propria, originale, costituzione, una bandiera (in quattro colori diversi, a seconda della stagione) ed un inno nazionale.

Giriamo rapidamente per tutta la ‘Repubblica’, guardando e fotografando molte cose interessanti e ci fermiamo a leggere la divertente e strampalata costituzione, tradotta anche nella nostra lingua.

Dopo una lunga camminata, di almeno 40 minuti, quando sono ormai le 13, raggiungiamo finalmente la macchina e partiamo. Qualche centinaio di metri dopo la nostra partenza, noto ai lati della strada un ristorante italiano che avevo frequentato a Stoccolma, perché si mangiava bene, era vicino al nostro hotel e non si spendeva tantissimo: il Va Piano.

Confermo che anche a Vilnius le sue caratteristiche sono rimaste immutate. Ho mangiato un buonissimo piatto di pasta che non aveva nulla da invidiare ad un ristorante nostrano.

Alle 14:15, dopo esserci rifocillati, ci mettiamo finalmente in marcia per la seconda tappa del nostro viaggio: Riga.

Viaggio molto tranquillo, con l’unico piccolo problema dato dalla temperatura costantemente sui 33/35 gradi. Per il resto, viaggiare in mezzo a quel paesaggio fatto esclusivamente da boschi, dove i colori predominanti sono il verde della vegetazione e l’azzurro del cielo, con quelle strade diritte e con pochissime auto, non ha prezzo!

Ricordo con immensa nostalgia qualsiasi viaggio in auto fatto nel nord Europa, da quello in Danimarca e Svezia, uno dei primi, ai vari sulle baltiche. Il paesaggio ai lati delle strade è pressoché sempre lo stesso: prati, boschi, mucche, fattorie e qualche palo dell’eolico.

Arriviamo all’enorme scritta RIGA, all’ingresso della città in tre ore e mezza e dopo un quarto d’ora, alle 18 in punto, siamo all’Hotel Apalenis, guidati magistralmente dal mio navigatore. Facciamo il check-in, prendiamo la camera e rimaniamo in hotel a disfare i bagagli e riposarci, fino all’ora di cena.

Il lungo viaggio sotto il sole ci aveva stancato abbastanza ma dopo aver ricaricato le batterie, alle 21:15, pieni di energia ma sopratutto fame, decidiamo di uscire per andare in centro. Ormai, dopo diversi viaggi, sapevamo tutto della città, dove parcheggiare, dove mangiare e dove andare a bere o cercare vita notturna.

Per la cena abbiamo scelto lo Steiku Haoss, dove andiamo sempre quando vogliamo mangiare dell’ottima carne a Riga. I prezzi non sono proprio economici ma nemmeno proibitivi, solo che Simone ha quel piccolo difetto di non guardarli, specialmente quando si tratta di mangiare. Questa volta, per una bistecca di non so quale animale, ha speso la bellezza di 50 euro.

Rimaniamo al ristorante dalle 21:30 alle 22:30 e decidiamo poi fare una passeggiata in centro che con quella serata così calda si stava benissimo. Ci facciamo tutta Kalku Iela, soffermandoci davanti ai molti locali ed in particolare all’AmPir dove, questi furboni, mettono sempre delle cubiste in abiti succinti a ballare sopra il bancone, ben visibile dall’esterno.

Proseguiamo poi fino allo Skyline Bar, al ventiseiesimo piano dell’hotel Radisson, dove non c’era tantissimo movimento e per di più, da quest’anno, facevano pagare anche l’ingresso. Senza fare troppo tardi, essendo anche la nostra prima sera e per di più infrasettimanale, a mezzanotte e mezza siamo tornati in hotel.

Dopo giorni di caldo quasi insopportabile, sopratutto nelle camere d’albergo, appena lasciata la macchina, nel tragitto parcheggio-hotel, iniziava finalmente a piovere! La serata era salva, perché ormai eravamo al sicuro e forse lo sarebbe stata anche la nottata perché le temperature si sarebbero abbassate, facendoci dormire senza il fastidio del caldo.

Arriviamo in camera poco dopo mezzanotte e mezza ma, come sempre accade, ho perso qualche ‘minuto’ al computer e quando mi sono messo a letto, la sveglia segnava 4:20!

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