È da molto che avevo nel mirino la Bielorussia e aspettavo solo l’occasione per poterla visitare, avendo anche qualche conoscenza da quelle parti che poteva far comodo. I Paesi europei che ancora non ho visitato cominciano a essere pochi e tra questi, quello guidato da Lukashenko, è uno dei più grandi. Motivo in più per colmare questa lacuna.
La faccenda comunque è stata in bilico fino all’ultimo, a causa di qualche problema del compagno di viaggio, che anche stavolta è il solito e fidato Simone (se non ci fosse bisognerebbe inventarlo). Avuto il suo via libera quando eravamo già oltre la metà di luglio, mi sono mosso immediatamente partendo dalla cosa più importante, il volo, optando per la compagnia di bandiera bielorussa (Belavia) e trovando dei prezzi tutto sommato ancora accettabili: quasi 290 euro a testa, con un bagaglio a mano e uno da 23 kg. Partenza da Fiumicino.
Prenotando in anticipo si sarebbe potuto risparmiare qualcosa (anche optando per lowcost con uno scalo) ma a quel punto, talmente tanta la gioia di riuscire a partire, quando tutto sembrava compromesso, che i soldi erano l’ultima cosa a cui ho pensato. Per di più, con le nuove regole in materia di visti del Paese, atterrando nella capitale eravamo in un regime visa-free per trenta giorni e l’unica cosa da pagare sarebbe stata un’assicurazione da pochi euro direttamente in aeroporto.
A seguire, nei giorni successivi, ho sistemato prima l’hotel e quindi il parcheggio all’aeroporto, perché noi siamo comodi e ci piace andare in auto. Per il primo, da Booking.com, ho scelto quei furfanti dell’Aparthotel di Leningradskaya ulitsa 5 (370 euro per 8 notti), mentre per il secondo il Lowcost Parking, della stessa catena di quello che uso sempre a Ciampino e quindi sono andato quasi sul sicuro.