Venerdì 24 giugno 2011
Sveglia come al solito abbastanza mattutina, visto che la sera non facciamo mai niente di particolare ed un quarto dopo le otto si era già svegli. Primo appuntamento della giornata è il Cremlino, dove arriviamo alle 10:30. Dopo averci girato intorno per qualche giorno, è giunto finalmente il momento di entrare.
La sera precedente con Anna, leggendo davanti la biglietteria, avevamo provato a capire quanto costasse il biglietto d’ingresso ma c’erano diverse opzioni e non si capiva se ci fosse un biglietto unico che raggruppasse tutto. Io avevo la scusa che era scritto in inglese ma anche lei con il russo, la sua lingua, non me l’ha saputo spiegare. Dopo una mezzora di fila arriviamo alla cassa che qua simpaticamente chiamano “Kacca” ed il dubbio sui biglietti si chiarisce immediatamente. Delle diverse cose da vedere, la metà non erano visitabili ed a quelle due o tre rimanenti si accedeva con un solo biglietto, dal costo di 350 rubli (poco meno di 9 euro).
La visita è stata relativamente rapida ed anche del Cremlino, purtroppo, ho solo le foto fatte da Simone, perché le mie erano nella scheda di memoria volata via insieme alla fotocamera. Insieme a noi c’erano diverse visite guidate di italiani e nonostante wikipedia (o internet in genere) ne sappia molto più delle guide, è stato molto interessante captare informazioni qua e la.
Le cose che mi è rimaste più impresse sono due espressioni di quello che una guida ha chiamato “gigantismo russo”, ossia il cannone e la campana più grandi del mondo che sono talmente grandi da non essere mai entrati in funzione. Il cannone non ha mai sparato perché non si fidavano ad utilizzarlo e la campana perché si è rotta per un incendio, durante le ultime fasi della costruzione.
Un’altra cosa che mi ha lasciato qualche dubbio è stata quella di vedere tantissimi fiori colorati adornare aiuole e giardini, non solo all’interno del Cremlino ma in giro per la città. Tutti questi fiori, considerando gli inverni moscoviti, vengono piantati ogni primavera??
Sempre all’interno del Cremlino c’erano diverse chiese, con quelle belle cupole dorate che dopo essere stato più volte al Pecherska Lavra di Kiev non mi facevano più neanche tanto effetto. Dopo aver visto il “vaticano” ortodosso, vedere altre chiese, se pur molto belle, non faceva la stessa impressione. C’erano poi i palazzi del potere, non ho capito a quale livello, se il governo della città o quello nazionale ed una cosa che ho ascoltato dalla guida è che uno di quei palazzi era nuovissimo ma costruito con le stesse caratteristiche architettoniche di quello storico che era li vicino.
A mezzogiorno e mezzo abbiamo terminato la nostra visita e camminando per tornare in piazza abbiamo incontrato il Taras Bulba, ristorante ucraino che avevo segnato nella mia lista. Visto che l’Ucraina è in mio paese preferito e che è anche l’unico paese dove mi piace il cibo locale, ci siamo fermati per pranzare. Nei menu c’erano diversi piatti con la parola pollo ma quando ho detto alla cameriera “vorrei del pollo” quella non mi ha chiesto niente e mi sono ritrovato con un pollastro intero, schiacciato a mo’ di bistecca che sicuramente sarà stato quello che costava di più. Il pollo era comunque molto buono ed insieme ai pelmeni ed alla birra ho pagato circa 17 euro (1385 rubli da dividere in due).
Finito di pranzare, essendo usciti dall’hotel appositamente con i jeans, siamo andati a vedere la cattedrale del Cristo Redentore che ci aveva rifiutato l’ingresso la volta precedente perché indossavamo dei bermuda. Come tutti i luoghi affollati, all’ingresso non poteva mancare un metal detector e non avendo pistole e non indossando nulla di indecoroso, questa volta non ci hanno potuto negare l’ingresso.
La chiesa è talmente bella e grande che è universalmente riconosciuta come uno dei simboli della città, purtroppo però, all’interno non si possono fare le foto. Ovviamente non è un semplice divieto che può impedirmi di farne e ne avevo fatte anche di bellissime se non fosse che la scheda di memoria mi è stata rubata insieme alla macchina fotografica.
Alle 14:45 siamo usciti dalla chiesa, senza aver trovato il modo di salire fino alle cupole, per ammirare la vista panoramica sulla città. In effetti non credo ci fosse perché anche dall’esterno mi sembra di non aver visto nessuno su in cima.
La tappa successiva è stata il VDNKh in cui abbiamo trovato il museo dei cosmonauti e qualcosa tipo un grande mercato ma che leggendo su internet, non avevo capito bene di cosa si trattasse.
Si esce dalla Metropolitana e ci si trova di fronte al grande monumento propagandistico sovietico, il monumento ai “Conquistatori dello Spazio” che consiste in una base di marmo sormontata da una rampa altissima, con in cima un razzo, modello fantascienza anni 50, costruito nel 1964 per commemorare la straordinaria impresa di Gagarin.
Nel viale di ingresso ci sono i busti degli studiosi russi e di rinomati cosmonauti, compreso quello dedicato al celeberrimo Yuri Gagarin, il primo uomo a volare nello spazio. Sotto al monumento c’è il museo, che ripercorre tutte le tappe della corsa allo spazio dell’URSS prima e della Russia dopo. Impossibile capirci qualche cosa perché era tutto rigorosamente in russo.
E’ proprio nel farmi fare una foto sotto al monumento che ho appoggiato la fotocamera sulla scalinata ed appena Simone ha fatto lo scatto, siamo scesi a fare i biglietti dimenticandocene completamente. Me ne sono ricordato solo al momento dell’ingresso, dopo 3-4 minuti, ma tanto è bastato per farla sparire (fotocamera, cavalletto e soprattutto scheda di memoria). La fotocamera era vecchissima e non è stato un grosso danno, anche perché da qualche tempo pensavo seriamente di ricomprarla, però mi è dispiaciuto tantissimo per le foto che c’erano dentro e per il proseguo della vacanza, obbligato a farle con il cellulare.
Ho fatto tutto quello che potevo per ritrovarla, senza lasciare nulla di intentato ma era una missione impossibile. Ho chiamato Anna al telefono facendola parlare con una signora della biglietteria, dicendole di fare annunciare con gli altoparlanti che, chi l’avesse trovata sarebbe stato pregato di riportarla alla cassa. Certo che nessuno la riporterebbe, lo so, ma ci ho provato lo stesso. Ho parlato anche con il custode che girava all’esterno del museo, cercando di offrirgli anche del denaro, ma niente da fare.
A quel punto, con la morte nel cuore, siamo entrati in quel cavolo di Museo dei Cosmonauti.
C’erano tantissimi cimeli, riproduzioni di sonde e capsule spaziali, nonché una Soyouz visitabile all’interno. Vai a dimostrare però che sono entrato dentro la famosa navicella senza avere le foto a testimoniarlo. Tra le cose che mi sono piaciute c’erano indubbiamente le tute spaziali dai colori pastello che ricordavano molto quelle di Mork (Mork & Mindy) oppure quelle di Star Trek. Vintage!
Usciti dal museo, abbiamo visto in lontananza un grandissimo monumento e incuriositi, anche se con la voglia di camminare pari a zero, siamo andati a dare un’occhiata. Tra il museo e quel monumento, c’era un grande parco con tantissima gente, giostre e giochi per bambini. In realtà il parco, seppur grandissimo, è nulla rispetto a quello che c’era dall’altra parte, cioè l’All Russia Exhibition Centre, il centro espositivo di tutte le Russie, un esibizione permanente.
La superficie riservata a questo parco è davvero enorme ed al centro c’è l’immancabile statua dedicata a Lenin con, poco più in là, il monumento ai lavoratori. Per quanto riguarda il centro espositivo invece, ho letto che per estensione è superiore al Principato di Monaco ed occupa più di 2 milioni di metri quadri. Questi russi fanno le cose in grande!
Un quarto dopo le 17 decidiamo di tornare in hotel, dove siamo arrivati alle diciotto. Dopo un riposino e tante imprecazioni (pensando alla macchina fotografica) alle 21 siamo ripartiti.
Il cielo non è stato mai proprio limpido durante la vacanza ma quella sera era più brutto del solito e quando siamo usciti dal McDonald’s abbiamo trovato una pioggia che non lasciava scampo. Per fortuna le altre volte che era piovuto, dopo qualche minuto aveva smesso e stavolta in effetti ha fatto lo stesso. Tanto è bastato però a rovinare ancora di più la mia serata, già angosciata per il fattaccio del pomeriggio.
Dopo un giro in centro, tra la Piazza Rossa e via Tverskaya, a mezzanotte e mezza siamo tornati in hotel ed abbiamo passato al setaccio tutti e quattro gli edifici cercando una discoteca, un night club o qualsiasi cosa dove ci fossero almeno una decina di persone. Col cavolo! Abbiamo trovato solamente un bowling tristissimo ed un localino dove tutte le sere cantava sempre la stessa ragazza e dove quelle 5-6 persone presenti fumavano come un esercito di turchi.
Solita birra al nostro bar preferito dove un’avvenente signorina ogni tanto lanciava qualche sguardo. Fosse stata gratis ci avremmo fatto un pensierino ma da come era conciata voleva sicuramente un bel po di rubli. Alle 2:45 siamo tornati in camera e dopo un rapido aggiornamento delle notizie dall’Italia (internet), alle tre e mezza mi sono messo a dormire.