Lunedì 1 giugno è stato il giorno della cultura. La sveglia alle 10 abbastanza in relax e dopo circa un'ora siamo usciti alla volta del Munch museet che si trovava all'interno di un grande parco con all'interno il museo di storia naturale, un giardino botanico e qualcosa di zoologico, paleontologico e geologico. Noi ci siamo accontentati di vedere il Munch e tante ragazze che prendevano il sole distese sul parco, quasi fosse una delle nostre spiaggie in estate. Il museo non ci è piaciuto molto perché, dopo tutti quei controlli all'ingresso (metal detector e perquisizioni), ci aspettavamo quasi il Louvre ed invece c'erano solo un po di copie appese in un paio di piccole stanze. Non sono certo che siano state copie ma visto che erano così alla portata di tutti non potevano certo essere i quadri originali. Il museo Van Gogh che abbiamo visto l'anno scorso ad Amsterdam era tutta un'altra cosa anche se ovviamente i due pittori non sono dello stesso livello. Dopo il Munch, che era a due passi dall'ostello, abbiamo lasciato i vari souvenir acquistati in camera e siamo subito ripartiti per la zona dei musei, il quartiere Bygdøy. Non essendo raggiungibile a piedi, ho sfoggiato il mio perfetto inglese e sono riuscito a farmi dire dai ragazzi alla reception quale autobus prendere e dov'era la fermata. Miracolo, ci son riuscito! Alle 14, per sfuggire al sole cocente ed anche se non proprio convintissimi, siamo entrati nel posto più azzeccato possibile: il museo delle esplorazioni polari (Fram museum) e della nave Fram. Praticamente hanno costruito un edificio a contenere questa famosa nave polare, hanno messo un paio di orsi di peluche ed hanno fatto un museo. Per fortuna si poteva anche entrare nella nave e rendersi conto dagli oggetti e dalle foto che tipo di vita avessero fatto questi antichi esploratori nelle loro spedizioni. Pensare che la Fram abbia fatto 3 esplorazioni al polo nord fa venire.. i brividi. Usciti da li abbiamo camminato per più di 1 km sotto un caldo torrido, fino a raggiungere il museo delle navi vichinghe dove, per lo stesso prezzo del predecente (50 corone), siamo entrati anche in quello. Per fortuna che l'ingresso costava meno di un cuba libre perché dentro siamo rimasti veramente delusi. Due ruderi di navi, di cui una in un pessimo stato di conservazione e qualche arnese si fabbricazione vichinga era tutto quello contenuto da quella sottospecie di museo. Usciti dal Vikink Ship Museum abbiamo preso il traghetto per tornare ad Aker Brygge che in linea d'aria distava pochissimo (qualche centinaio di metri) ma che con l'autobus bisognava fare un giro abbastanza lungo. Alle 16:30 siamo finalmente tornati al centro e ci siamo resi conto che non avevamo fatto pranzo. E' inutile che dica dove abbiamo mangiato: inizia per Mc e finishe per Donald's. Finito di mangiare siamo tornati all'ostello per la consueta pausa pomeridiana ed arrivati alle 18 siamo rimasti sul letto per tre ore abbondanti. In base a precedenti accordi, avremmo dovuto incontrare una mia amica rumena che vive ad Oslo ma questa stronza, con la scusa di aver dimenticato il cellulare a casa, ha detto di non aver visto il mio messaggio e non si è fatta trovare. Sarebbe dovuta venire con il fidanzato Norvegese e non avrebbe di certo corso nessun rischio. In compenso però avevo preparato anche il piano "B", una meno bella, non fidanzata e più disponibile ad incontrare dei bei ragazzi venuti dall'Italia (?). Dopo la cena all'Hereford Steakhouse, nel piazzale della stazione, abbiamo raggiunto verso mezzanotte il solito punto di ritrovo, il pontile dell'Aker Brygge. Abbiamo notato con rammarico che di lunedì la città è deserta e forse lo sarebbe stata anche il giorno precedente se quello non fosse stato festivo. Dopo un fitto scambio di sms ed un paio di telefonate (ho dissanguato il credito del mio cellulare) e quando avevo già deciso di mandarle a quel paese per il ritardo, finalmente dalla penombra sono apparse due ragazze: Asta e la sua amica. Originarie di un paesino a 100 km da Capo Nord, tra di loro parlavano un dialetto del nord della Scandinavia (ma anche "nord del mondo") diverso dalla lingua norvegese. Abbiamo passato una bella serata insieme a loro e siamo rimasti fino alle 3:00 in un pub (The Scotsman) di Karl Johans finché non ci hanno cacciato perché dovevano chiudere. Mi sono esercitato con l'inglese parlando e traducendo per gli amici e devo dire che è andata bene, siamo riusciti a comunicare in qualche modo. Nonostante le due non fossero proprio delle modelle è stato bello parlare con loro e conoscere gente così lontana da noi, sia geograficamente che culturalmente. Alle 3:30, quando il sole era già bello che spuntato siamo andati a dormire. Le foto del giorno Clicca per ingrandire e leggere il commento |
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