Mercoledì 19 Agosto

Ultimo giorno in terra ucraina. Ci siamo svegliati presto, alle 7:45, perché a mezzogiorno dovevamo lasciare libero l'appartamento e dovevamo ancora comprare dei souvenir. Nonostante avessimo l'aereo nel tardo pomeriggio (19:30), la signora Svetlana non ha voluto sentire ragioni e per poter lasciare le valigie 3 ore in più ci voleva far pagare mezza giornata. Simpatia!

Alle 9 siamo usciti di casa sapendo già dove andare a cercare, nella via che dal ministraro dell'interno scendeva giù verso la chiesa di San Michele, nella parte alta della città. Tutto come da programma, tantissime bancarelle dove non potevano mancare le matrioske raffiguranti le cose più strane. Si, perché oltre alle classice, c'erano quelle con gruppi musicali, personaggi dello spettacolo e perfino cartoni animati. Ci hanno spiegato poi l'importante differenza tra la matrioska russa e quella ucraina, le prime hanno la stessa immagine in tutte le bambole mentre quella ucraina ha disegnata una famiglia con tutti i suoi componenti, a seconda di quando grande (ci sono matrioske da 3, 5, 10) poteva partire dal nonno fino al cane.

Un classico di questi posti e la possibilità di trattare sul prezzo, universalmente riconosciuta ma Simone sembrava non saperlo o almeno non era interessato all'argomento. Quasi mi faceva rabbia che dopo aver comprato un pacco di roba e ricevendo un conto di 730 grivna non avesse chiesto, non dico 500, ma almeno conto pari, 700! Fosse per lui avrebbe lasciato anche 750.

Alle 11:30 siamo tornati a prendere le valigie che avremmo lasciato nella macchina di Olga, venutaci in soccorso. La nostra salvatrice infatti, ci avrebbe fatto compagnia fino all'ora della partenza per l'aeroporto, portandoci un po in giro con l'auto a vedere qualcosa di Kiev.

Scendiamo dall'appartamento verso il Maidan, dove ci aspettava Olga con l'auto, e mi squilla il telefono. Vado per rispondere ma dal'altra parte chiudono e dopo due secondi mi sento chiamare da una voce femminile. Mi giro e vedo un'altra Olga (si chiameranno tutte così?), l'amica che mi aveva fatto conoscere la signora dell'appartamento, che era tornata dalla sua vacanza in Crimea ed era passata a salutarmi. Carramba!

Dopo i saluti con l'amica, mettiamo le valigie nell'auto e partiamo per il museo della seconda guerra mondiale, dove eravamo stati il giorno precedente, e ci fermiamo a bere qualcosa in un bar all'aperto. Olga fortunatamente aveva con se anche un computer portatile ed ho potuto scaricare le foto dalle memory cards che stavano straripando.

Dopo esserci rilassati e bevuto una bella birra, siamo ripartiti in direzione della stazione degli autobus, fermandoci lungo il tragitto a visitare l'ennesima chiesa e numerose venditrici di frutta e fiori che affollavano il marciapiede di fronte. Non ho capito se fosse una usanza tipica o sia stato per una occasione particolare ma c'erano numerose signore, per lo più anziane, che avevano scatoloni e ceste piene per lo più di mele e pere. Qualcuna aveva anchedei fiori.

Siamo arrivati alla stazione centrale verso le 15:30 e subito siamo andati ad informarci, dagli autisti dei furgoni che andavano all'aeroporto, per sapere l'orario della partenza. Ci dicono alle 16:30 e così abbiamo anche del tempo per passare al McDonald's.

Partenza puntualissima alle quattro e mezza via nel traffico di Kiev che l'autista supera furbescamente passando un po a campi ed un po sulle piste ciclabili. 17:15 in aeroporto e volo che parte dopo un paio d'ore. Alle 19:30 decolliamo e lasciamo la bellissima Ucraina per ritornare sicuramente al più presto.

Siamo arrivati a Katowice alle 20:50 ora di Kiev ma in Polonia, per via del fuso, erano le 19:50. Ci hanno tenuto al controllo passaporti per quasi un'ora, non finiva più. Nel frattempo arrivavano altri aerei e la fila diventava sempre più lunga. Alle 21 riusciamo a lasciare l'aeroporto e per 50 zloty prendiamo l'autobus per Krakòw dove arriviamo alle 22:20.

Abbiamo preso un taxi al volo e finalmente il nostro lungo viaggio, iniziato a mezzogiorno, aveva fine alle 22:30 con il raggiungimento dell'ostello. Giusto il tempo di fare il check-in e prendere possesso delle nostre camere (avevamo due singole) che già non vedevamo l'ora di uscire.

Siamo usciti a mezzanotte ma la serata non è stata eccezionale. La cosa migliore che ci è capitata è stata quella di trovare un ristorante aperto, anche se non era proprio un ristorante ma il solito McDonald's.

Dopo un rapido passaggio al Prozac, alle 2:30 siamo tornati all'ostello.


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Aggiornato: 05.05.10