Mercoledì 16 Agosto 2017
Essendo rincasati abbastanza preso ieri sera, ne approfittiamo per una sana sveglia mattutina e alle 7:15 siamo già in piedi. La colazione è compresa nell’ottimo prezzo dell’hotel, che con 19 euro a testa per notte, oltre che farci dormire in una stanza grande come un’appartamento, ci passa anche il primo pasto del mattino. Se andate a Vilnius e avete a disposizione una macchina, dormite al Motel Paradise, che si trova a questo indirizzo: Ukmergės g. 246, Vilnius 07160, Lituania.
Nonostante la sveglia presto, per quando partiamo sono le già 9:45 di una bella giornata soleggiata con una temperatura ottima di 22 gradi. Andiamo a parcheggiare al centro commerciale Prekybos centras CUP, nei pressi del fiume Neris, dove sapevano già della gratuità del posto macchina grazie alla precedente vacanza lituana di qualche anno prima e anche della vicinanza al centro cittadino, raggiungibile in pochi minuti da quel punto.
Attraversiamo il fiume e giunti su Gedimino Prospektas, invece che andare verso la cattedrale, prendiamo per il senso inverso e dopo qualche centinaio di metri, ripassiamo il fiume Neris e subito dopo troviamo la Chiesa ortodossa di Nostra Signora del Segno (Vilniaus Dievo Motinos ikonos „Ženklas iš dangaus“ cerkvė).
Da Wikipedia: L’idea di costruire una nuova chiesa ortodossa a Vilnius venne dalla Confraternita ortodossa dello Spirito Santo, che organizzò anche una raccolta di fondi in tutto l’Impero russo . La chiesa, costruita nel più famoso stile neo-bizantino, fu consacrata nel 1903 da Iuvenaliy, arcivescovo ortodosso di Vilnius. Aprì anche una scuola per bambini poveri e una biblioteca che doveva essere gestita dal clero della chiesa. Per commemorare la giornata, concesse alla nuova parrocchia una copia dell’icona della Madonna di Kursk. A differenza di molte altre chiese ortodosse di Vilnius, la chiesa non fu chiusa durante la prima guerra mondiale, né durante la seconda guerra mondiale. Il governo sovietico accettò di registrarla come chiesa parrocchiale nel 1948. Prima del 1956, la chiesa fu derubata alcune volte, perdendo parte delle icone dall’iconostasi originale che dovette essere sostituita da una molto più umile. La chiesa è stata completamente restaurata all’interno e all’esterno nel 2009.
Lasciamo la maestosa chiesa ortodossa e torniamo indietro su Gedimino Prospektas, la via principale della città, ammirando poco distante, lungo il percorso, l’imponente colonnato della facciata della Biblioteca Nazionale di Lituania. Edificio ristrutturato anche questo da poco, dato che nelle immagini di Google StreetView del 2012 non c’era nemmeno la scritta. Edificio dallo stile classico che crea un contrasto con i grattacieli di cristallo che lo circondano, uno proprio accanto, quello della Ranga Group, e l’altro che spunta dietro.
Proseguendo il cammino, un po’ più avanti sulla destra, troviamo il Museo delle vittime del genocidio in un palazzo che ha più di 120 anni, durante i quali ha spesso ospitato le istituzioni dei governi stranieri di occupazione. Dal 1899 al 1915 fu infatti sede di enti governativi della Russia zarista. Durante gli anni della prima guerra mondiale ospitò uffici militari tedeschi. Negli anni ’20 e ’30, quando la città era parte de facto della Polonia, fu sede di uffici amministrativi del governo di Varsavia. Dal 1944 al 1991 fu la sede della polizia segreta sovietica, nota con la sigla di KGB. Qui venivano imprigionati ed interrogati i dissidenti del regime. Nel seminterrato del palazzo, dopo il ripristino dell’indipendenza, i locali del KGB vennero aperti al pubblico. Sono visitabili gli uffici dei secondini, le celle di detenzione, di isolamento e gli spazi dove avvenivano le esecuzioni, spesso sommarie, dei condannati a morte. Al piano superiore un’esposizione grafica e multimediale narra gli eventi della storia lituana contemporanea, dal momento della nascita della Repubblica fino ai nostri giorni giorni, con particolare attenzione agli eventi bellici e alla lotta partigiana contro le soverchianti forze dell’Armata Rossa. All’esterno, sui muri in granito del palazzo, una parte del quale è oggi sede della Corte d’Appello, sono stati incisi i nomi di tutti coloro che qui furono vittime del KGB.
Essendo stati nel precedente viaggio, proseguiamo spediti senza soffermarci più di tanto e ancora più avanti troviamo il monumento ad uno dei più importanti personaggi lituani, Vincas Kudirka, medico, scrittore, poeta, critico, traduttore, editore del giornale “Varpas” e autore dell’inno nazionale. La statua moderna a lui dedicata di trova al centro di una piccola piazza ma non colpisce di certo per la sua bellezza.
Giungiamo quindi alla fine del vialone, proprio davanti la cattedrale e ci fermiamo qualche minuto a “ricaricare le batterie” e fare qualche foto.
Da Wikipedia: La cattedrale metropolitana dei Santi Stanislao e Ladislao (in lituano Vilniaus Šv. Stanislovo ir Šv. Vladislovo arkikatedra bazilika) è il principale luogo di culto cattolico di Vilnius. Costruita nell’omonima piazza su progetto dell’architetto Laurynas Gucevičius, fu innalzata tra il 1779 ed il 1783 in seguito alla distruzione dell’antica cattedrale, semicrollata nel 1769. Essa può essere annoverata come un monumento precoce del primo Neoclassicismo. Preceduta da un portico esastilo coronato da un frontone, la facciata è impreziosita da sculture di Tommaso Righi; la più importante raffigura la Sant’Elena con la Croce in mano. Lungo le due fiancate laterali si aprono due portici dorici. Di fianco alla facciata vi è l’alto campanile a pianta rettangolare, sormontato da una guglia con croce dorata. L’interno è in un austero stile neoclassico ed è a sala, con tre navate della medesima altezza coperte da alte volte a crociera decorate con cornici in stucco e sorrette da pilastri a pianta quadrata. Su questi ultimi, vi sono dei quadri del XIX secolo raffiguranti i Dodici Apostoli.
Il giro quasi obbligato, scendendo da Gedimino Prospektas, dopo la cattedrale, prosegue quasi automaticamente su Pilies Gatve, la strada pedonale più frequentata e suggestiva del centro storico di Vilnius. Negozi e ristoranti si susseguono lungo la strada che oltre ad essere un importante luogo dello shopping è anche meta di un interessante tour tra le opere architettoniche più belle di Vilnius. La bella casa Sztral, al numero 26, fu testimone della dichiarazione di indipendenza del paese, il 16 febbraio 1918.
Salendo per la via, sulla sinistra, entriamo nella piccola e tranquilla via di Literatų, dove sui muri compaiono 225 dediche d’arte a scrittori di epoche diverse. Il progetto è ancora aperto e vede partecipare, a titolo volontario, numerosi giovani artisti, che rendono così immortali i loro scrittori preferiti. Inizialmente questo posto era riservato solo ai poeti lituani, ma in seguito i confini geografici si sono allargati e il muro è diventata una vetrina per gli scrittori di tutto il mondo. La maggior parte delle opere sono immagini di piccolo formato e bidimensionali, dai dipinti in miniatura alle piastrelle in ceramica, alle lastre di metallo con incise immagini, versi, citazioni e battute.
Raggiungiamo quindi Uzupio, il quartiere boemo caratterizzato da street art e varie installazioni, come un angelo di bronzo, una scultura di una sirena sulla riva del fiume e la goliardica Costituzione dell’autoproclamata “Repubblica di Užupis”, scritta su targhe murarie. Studi di artisti fiancheggiano stradine accanto a boutique di stilisti locali, caffè alla moda e punti di ristoro internazionali. Uzupio è un’utopia realizzata: si è dichiarato indipendente dalla Lituania e vive di arte e pace. Uzupio oggi è un vero Art Incubator con idee e progetti culturali precisi. Fino a ieri invece era più che altro un paradosso politico, cresciuto poco lontano dal cuore di Vilnius. Un’idea brillante e socialmente utile che tentava di trasformare un quartiere degradato, racchiuso tra le curve liquide del piccolo fiume Vilnia, in un micro-stato ideale collegato al resto del mondo da sette ponti. La Repubblica di Uzupio fu un’idea nata per gioco il 1 aprile del 2000, data scelta per segnalare la goliardia dell’iniziativa. Un gruppo di residenti della zona, a quei tempi ancora pericolosa e piena di problemi, decise di formare un governo e dichiarare l’indipendenza dalla Lituania per riprendersi l’anima del rione e trasformarlo in un luogo creativo, positivo, dove far crescere tranquilli i bambini e liberare i sogni degli adulti.
Nei pressi di Uzupio ci incontriamo con la nostra amica Audra, che conosco ormai da diversi anni e che da qualche tempo ha lasciato Klaipeda per trasferirsi nella capitale. Facciamo una passeggiata nel verde, nel parco dietro la cattedrale, dove non posso non notare la quantità esagerata di mamme con il passeggino, segno evidentemente di tassi di natalità che in Italia ce li possiamo sognare. Una delle immagini che resterà indelebile nella mia memoria è quella di tre mamme, ognuna con una carrozzina, che incrociano altre due giovani signore nelle medesime condizioni, a formare una linea di ben cinque bambini piccoli, con un’altra mamma che sta sopraggiungendo.
Passate da poco le 14, andiamo a pranzo con la nostra amica che subito dopo ci deve lasciare. Ripartiamo quindi da dove avevamo interrotto, continuando la passeggiata nella via turistica principale di Vilnius. Visitiamo chiesa di santa Parasceve o Piatnickaya. Una bella chiesetta sulla principale strada pedonale della città. L’architettura porta alla mente memoriali di architettura bizantina, normale se si pensa che sia un tempio ortodosso russo. Di fronte al cortile ci sono chioschi con souvenir e spazi espositivi per poster.
Arriviamo fino in fondo e raggiungiamo la grande piazza del Municipio (Vilniaus rotušės aikštė), una delle più storiche piazze di tutto il paese ed ospita, come si può dedurre dal nome, il Municipio. L’edificio si presenta attualmente in uno stile neoclassico, dovuto a varie ricostruzioni, ma precedentemente rispecchiava uno stile molto più gotico: sono ancora infatti visitabili i sotterranei che negli anni non hanno subito alcuna ricostruzione. Ad oggi viene utilizzato solo ed esclusivamente per eventi istituzionali come visite di consoli o politici stranieri. La Piazza, posta alla fine di una delle vie principali di Vilnius, Pilies Street, è uno dei principali punti della città in cui il commercio e gli eventi sono all’ordine del giorno: molti mercatini e molte ricorrenze annuali hanno sito in questa bellissima piazza dalla forma triangolare. Vilniaus rotušė sembra quasi essere una minuscola città all’interno della città: tra i numerosi negozi sorti nelle vicinanze della città è possibile trovare bar, ristoranti, oreficerie, discoteche, market e tanto altro. Questa semplice piazza è resa ancor più affascinante durante le ore notturne grazie ai magnifici colori e riflessi dovuti a dei perfetti giochi di luce.
Accanto al municipio troviamo la bella chiesa di San Casimiro e chiaramente andiamo a visitare pure quella. La chiesa, costruita nel 1604 su progetto dell’architetto Giovanni Maria Bernardino, è intitolata al santo patrono della Lituania, che è stato anche principe e da qui la corona regale che si può facilmente vedere sulla cupola della chiesa stessa. Molto bella all’esterno, con la sua facciata di colore rosa, un po’ spoglia all’interno, che è comunque molto luminoso, ma c’è da considerare che è stata restituita al rito cattolico poco più di venti anni fa. Durante l’occupazione russa era divenuta “museo dell’ateismo”; dalla liberazione è tornata ai suoi fasti. Vi si svolgono molte cerimonie religiose, approfittando anche dello spazio di cui dispone all’esterno.
Continuiamo il giro per il centro storico di Vilnius e rimango incantato da alcuni bar e ristoranti con i tavoli esterni dentro a dei piccoli cortili tra i palazzi, come The Portobello Pub oppure ristorante Galo Do Porto, ma alla fine visitiamo un’altra chiesa, quella di Santa Teresa.
Ubicata nella città vecchia di Vilnius, vicina alla Porta dell’Aurora, la chiesa di Santa Teresa è piena di spunti di interesse ed ha un passaggio interno che porta direttamente all’immagine della Madonna nera nella porta stessa. Costruita nel XVII secolo, su progetto copiato della basilica di Santa Maria della Scala di Roma, la chiesa di Santa Teresa è il primo monumento barocco privo di torri in Lituania. Un angelo con la tromba decora la sommità quadrata del campanile. È una banderuola, unica nel suo genere. Le pareti interne sono decorate da affreschi con scene della vita di Santa Teresa d’Avila, alla quale la chiesa è dedicata. L’altare maggiore è uno dei più belli in Lituania e l’organo è magnifico. Gli amanti dell’arte avranno modo di apprezzare la sintesi degli stili dei suoi interni e la forma particolarissima dell’altare, sovrastata da una grande croce in legno con la figura di Cristo. Chiaro, si tratta di cose visibili a tutti. Ma non tutti sanno che sotto questa chiesa riposano le salme della famiglia dei Pociejai e che questo luogo per diverso tempo fu ritenuto il luogo in cui era custodito il cuore del re di Polonia Jozef Pilsudskis. Oggi esso si trova al cimitero di Rasa.
Come dicevo, la chiesa di Santa Teresa si trova a pochi passi dalla Porta dell’Aurora. Porta che oltre a segnare l’ingresso della città vecchia, ospita anche una pregevole Madonna nera molto venerata. E’ un posto molto suggestivo. I devoti si fermano per strada o entrano a pregare nella piccola cappella, alla quale si accede salendo una scale laterale, all’interno della quale c’è un’immagine della Madonna nera, ritenuta miracolosa, con tanti ex-voto sui lati. Sempre affollatissima.
Usciamo dalla porta e seguendo Šv. Dvasios gatvè, una via con la pavimentazione di sassi, tra palazzoni che sembravano dismessi, arriviamo ai Bastioni di difesa dell’artiglieria (Vilniaus gynybinės sienos bastėja). Si tratta delle antiche mura difensive della città, dove oggi all’interno si trova un museo. E’ piacevole passeggiare in questa zona della città, lungo le mura dove si possono anche intravedere degli antichi cannoni. Si dice che le mura furono costruite da tanti cittadini, inclusi i ricchi del tempo, perché il sindaco di allora decise che se anche loro non avessero contribuito alla costruzione gli avrebbe requisito le terre ed i beni… fu così che le mura vennero costruite da tutti ed in tempi anche brevi per l’epoca. Da vedere anche per godersi il panorama della città da questo punto di osservazione.
Quando sono quasi le 18 scendiamo, ripassando per la Repubblica di Uzupio, che visitiamo in maniera un po’ più approfondita dopo che in mattinata avevamo dovuto interrompere per raggiungere la nostra amica. Rimaniamo a vedere un ragazzo che sotto il ponte all’ingresso del quartiere, attraversando il fiume, tenta bagnandosi il meno possibile di raggiunge l’altalena fissata sul ponte stesso e inizia a dondolarsi, per poi raggiungere il pezzo forte della zona, ossia la simpatica costituzione di Uzupio, scritta nelle principali lingue del mondo.
Dopo la Repubblica degli Artisti, torniamo all’auto, dalla mattina nel parcheggio del centro commerciale, e alle 20 siamo in hotel. Un paio d’ore di relax e poi torniamo in centro per cenare e scegliamo ancora Etno Dvaras, ristorante turistico centrale, carinissimo, dove si possono mangiare piatti tipici della cucina lituana a prezzi molto bassi. Nel dopo cena, una breve passeggiata e all’una siamo già rientrati in hotel.