Venerdì 19 agosto 2011
Iniziamo questo terz’ultimo giorno di vacanza con una sveglia nella norma, verso le 9:15, per uscire dall’hotel alle 10:40. Per il rito della colazione ci fermiamo in uno dei numerosi centri commerciali sulla via per il centro ma non nel solito Mols.
Quando siamo entrati, non vedendo nessun supermercato ma solamente abbigliamento, abbiamo pensato di aver preso una cantonata ma per fortuna, al piano superiore c’era un piccolo bar, con diversi tavoli ed una bellissima vista sul Daugava. Essendo un bar poco frequentato e sicuramente solo da lettoni, la signorina non parlava minimamente inglese ma ci siamo fatti capire in qualche modo e lei sembrava divertirsi molto di questa cosa.
Finito di mangiare, ci mettiamo subito in movimento per raggiungere Jurmala, famosa località balneare della Lettonia, dove arriviamo quando mancano dieci minuti a mezzogiorno. Non riuscendo a trovare il centro abitato che conoscevamo, essendoci già stati con Simone, abbiamo girato su e giù con il Berlingo, rischiando di impazzire, fino alle 12:20.
Da Wikipedia: Jurmala è una città della Lettonia situata sul Mar Baltico, 20 km a nordovest di Riga. Città turistica non lontana dalla sua capitale, è famosa per le sue ville caratteristiche e per una spiaggia amplissima. Si affaccia sul Baltico per tutta la sua estensione. È stata una stazione balneare dell’ex Unione Sovietica ed ancora oggi vanta un discreto afflusso turistico.
La giornata non era particolarmente calda ma quei 18 gradi, quando il sole non si copriva, erano più che sufficienti per stare distesi ad abbronzarsi. Abbiamo fatto una bella camminata sulla spiaggia e soprattutto per il lungo vialone per arrivarci, una sorta di viale Ceccarini ma lungo almeno un chilometro, pieno di bancarelle, negozi, bar, ristoranti e giochi per bambini e adulti.
Alle 15:15, non essendo attrezzati per la balneazione e soprattutto perché le nuvole cominciavano ad invadere il cielo, siamo ripartiti per Riga. Arrivati alla gigantesca scritta che campeggia all’ingresso della città, abbiamo tirato il freno a mano e ci siamo fermati immediatamente. L’enorme scritta RIGA infatti, sembrava essere stata messa lì proprio per farsi fotografare insieme ai turisti di turno e noi non siamo stati da meno.
Alle sedici in punto parcheggiamo in centro e raggiungiamo la mia amica Kristine che ci stava aspettando. Visto che non avevamo ancora mangiato nulla di importante e che il luogo di ritrovo era proprio vicino al Mcdonald’s, come potevamo esimerci dall’entrare a mangiare un panino?
Finito di mangiare, quando si è trattato di uscire, c’è stato un piccolo problema. La pioggia ci aveva fatto prigionieri e se da un lato era bello vedere l’acquazzone dalla finestra, dall’altro saremmo dovuti uscire ma non potevamo.
Visto che non poteva piovere per sempre, alla fine riusciamo ad andarcene e Kristine, cercando qualcosa di nuovo da farci vedere (ormai Riga ha pochi segreti per noi), decide di portarci a vedere il “mols”, che come dice il nome è il molo che si trova sulla foce del fiume Daugava.
Per arrivarci lasciamo la macchina molto lontano e facciamo una lunga camminata, con il tempo che minacciava costantemente pioggia. In effetti c’era una segnale di divieto ma molte macchine passavano lo stesso e quando siamo arrivati, abbiamo visto una specie di festa in un casolare poco distante e vedendo il parcheggio pieno, avrei voluto dirle delle brutte parole. Odio la gente che vuole camminare quando non serve!
Nella mezz’ora che rimaniamo sul molo, vediamo passare diversi tipi di imbarcazioni, da una piccola barca a vela ad un grande catamarano, fino addirittura ad una portacontainer! Il clima non era proprio favorevole ed era molto rischioso rimanere in quel posto, dato che se avesse iniziato a piovere seriamente, il primo luogo per ripararsi sarebbe stato dopo qualche centinaio di metri.
Alle 19:30 lasciamo il molo per tornare in città ed accompagnata Kristine dalla sorella, ad un concerto che era già iniziato (Ilze infatti era leggermente alterata per il ritardo di Kristine), alle 20:20 rientriamo al Toss.
Visto che siamo rientrati piuttosto tardi, facciamo il più velocemente possibile e siamo di nuovo fuori poco prima delle ventidue. Giunti in centro città, per la cena del venerdì abbandoniamo lo Steiku Haoss per provare l’italianissimo ristorante Pomodoro, dove avevo già mangiato in una mia precedente vacanza.
Servono pochissime parole per descrivere il ristorante: è un vero e proprio ristorante italiano, solo che si trova a Riga. Buonissime le penne all’arrabbiata che ho preso, come buone erano le bruschette di antipasto e la bottiglia d’olio che ci avevano portato per condimento era rigorosamente italiana. I prezzi poi non erano nemmeno alti e nelle mie prossime vacanza a Riga tornerò sicuramente.
Siamo usciti che mancava un quarto a mezzanotte e purtroppo stava iniziando a piovere, non tantissimo ma quanto bastava per rompere le palle. Smette quasi subito e riusciamo agevolmente ad arrivare alla piazza ma poco dopo si aprono di nuovo i rubinetti e questa volta ne viene giù una quantità incredibile. Per fortuna eravamo sotto la tenda di un bar e non potendo fare altro, abbiamo ordinato da bere e ci siamo seduti a vedere la gente correre quà e la per rifugiarsi dall’acquazzone.
Ce ne siamo andati dal bar poco dopo l’una e visto che era venerdì e probabilmente pieno di gente, io e Simone siamo andati al Club Essential, vicino all’hotel Latvija. Claudio ha preferito rimanere a girare per locali, chiedendo però le chiavi della macchina, per aspettarci nel caso fossimo usciti tardi dalla discoteca.
La discoteca è grande, ci sono tanti ambienti diversi ed una moltitudine di persone. La musica spazia da Volare a Danza Cuduro e le ragazze, manco a dirlo, nella stragrande quantità dei casi sono molto belle (diciamo pure delle grandi gnocche). Passiamo una serata tranquilla, senza nulla di particolare da segnalare fino a quando stabiliamo di andare a dormire. E’ già abbastanza tardi, saranno le quattro passate ma per guadagnare ancora qualche minuto dico a Simone: “scendiamo due minuti in pista e poi ce ne andiamo” (eravamo al piano superiore).
Facciamo le scale, io inizio a ballare mentre Simone aspetta al bancone del bar e dopo due minuti arriva una pazza scatenata, nonché dotata di un fisico mozzafiato, che comincia a ballarmi intorno come farebbe qualsiasi ragazzo quando vuole fare lo stupido con una signorina. In questa splendida città succedono veramente delle cose strane!
Scambiamo quattro chiacchiere e visto che in pista c’è la musica troppo alta, ci spostiamo al bar, quando scopro il suo secondo fine: scroccare qualcosa da bere. A quel punto, per me poteva tornare da dove era venuta (di ragazze che ti parlano solo se paghi da bere sono pieni i night italiani) ma chiedo a Simone se ci volesse pensare lui e visto che non chiedeva champagne ma dei banalissimi shorts, decide di accontentarla.
Claudio nel frattempo si era fatto vivo chiedendo a che punto fossimo, ma Simone iniziava a divertirsi ed era impossibile portarlo fuori e dopo aver bevuto qualcosa e fatto fare un po di lap dance alla signorina, alle 4:30 usciamo dalla discoteca. Appena fuori, abbiamo trovato una bruttissima sorpresa: il diluvio universale. La nostra macchina era molto lontana dal Club Essential ma chiamando Claudio scopriamo che era dentro ad attenderci. Che culo!
Quando gli chiediamo di venirci a prendere, sotto l’hotel più alto della città, visibile a decine di chilometri di distanza, ci dice di non sentirsi sicuro a guidare per Riga.. con la pioggia.. che aveva freddo ed alla fine abbiamo dovuto prendere un taxi per arrivare al parcheggio. Raggiuntolo, lo troviamo con la macchina accesa ed i riscaldamenti a mille gradi, perché nel suo girovagare aveva “preso” un po di pioggia..
Torniamo in hotel alle cinque in punto e tra una cosa e l’altra per quando sono andato a letto erano le sei ed un quarto.